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Santa Maria Capua Vetere, rivolta in carcere

Santa Maria Capua Vetere, rivolta in carcere

CASERTA. Un permesso negato ad un detenuto che chiedeva di andare a trovare in ospedale il fratello, in fin di vita dopo un agguato subito la notte di Capodanno a Santa Maria Capua Vetere. Per questo motivo sarebbe scoppiata la rivolta nel primo pomeriggio di ieri nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, che ha provocato molti danni ma per fortuna nessun ferito. Almeno 15 detenuti si sono barricati al terzo piano del reparto Volturno per quasi tre ore, danneggiando oggetti e arredi; la protesta è rientrata solo dopo l’arrivo del magistrato di sorveglianza, Marco Puglia. Al detenuto il permesso non è stato concesso: lui e gli altri reclusi (per il sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria sarebbero stati circa 250) che si sono barricati verranno probabilmente trasferiti.

«I DETENUTI SI SONO APPROPRIATI DELLE CHIAVI». Per la violenta protesta torna a protestare con veemenza anche il personale della polizia penitenziaria. A ricostruire l’accaduto è Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: «I detenuti del terzo piano del Reparto Volturno, per solidarietà con l’altro recluso, sono usciti dalle celle, appropriandosi con violenza delle chiavi, sono usciti nel corridoio del Reparto e sono scesi al piano terra, dove hanno letteralmente sfasciato tutto».

LA MEDIAZIONE FA RIENTRARE LA PROTESTA. A quel punto sul posto sono accorsi anche magistrato di sorveglianza, comandante di reparto e i poliziotti di servizio nel carcere, e, «dopo una lunga opera di mediazione, la folle protesta è rientrata».

CLIMA DI TENSIONE. L’episodio testimonia il clima di latente tensione che resta nel carcere casertano, già tristemente noto per le presunte violenze degli agenti penitenziari ai danni di detenuti il 6 aprile 2020, oggetto ora di un processo ancora in corso. Per il sindacato si tratta di «eventi comunque già ampiamente preannunciati dal Sappe», mentre il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello invita a non fare allarmismo: è stata la «protesta di un singolo che ha avuto la solidarietà di un paio di compagni di cella», afferma. Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, del sindacato Uspp, ricordano di aver da tempo denunciato «la carenza di 70 agenti. Dopo i fatti del 2020 sono rimasti i problemi di sovraffollamento, di carenza di organico e strutturali».

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