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Pil, Campania fuori dalla crisi

Pil, Campania fuori dalla crisi

La regione ha superato i livelli pre-Covid: battuti Lazio e Piemonte. Farmaceutica e agoalimentare trainano l’export: crescita a +2,3% rispetto al 2019

NAPOLI. Nonostante il rallentamento registrato in questi ultimi sei mesi a seguito di una congiuntura internazionale molto difficile, la Campania ha superato meglio di molte altre regioni italiane gli effetti negativi provocati dalla crisi pandemica, dal caro energia e dalla crescita esponenziale registrata dai tassi di interesse.
LA REGIONE SECONDA NEL MEZZOGIORNO. La Campania, infatti, rispetto al 2019 (anno pre-Covid), è cresciuta del 2,4 per cento, piazzandosi all’ottavo posto della classifica nazionale. Nel Mezzogiorno solo la Puglia con il +3,9 per cento è riuscita a fare meglio. Un dato che appare di tutto rispetto soprattutto se paragonato alla media nazionale, che secondo i dati dell’analisi condotta dall’Ufficio Studi degli artigiani della Cgia, si è attestata poco più sopra: al 3%. La Campania batte regioni importanti come il Lazio, fermatosi poco sotto, a quota +2,3%, e nettamente il Piemonte, fermatosi a +1,6%. Il turismo, la manifattura, i consumi delle famiglie, gli investimenti e soprattutto l’export hanno sostenuto questa ripresa: un trend positivo che si è visto anche nei dati del tasso di occupazione.
L’EXPORT SUPERSTAR. In particolare, poi, va detto che la crescita delle esportazioni campane è stata trainata anche dal contributo dei settori ad alta tecnologia. Il comparto maggiormente in crescita risulta essere il farmaceutico, che contribuisce al 17% delle esportazioni regionali (+124% negli ultimi cinque anni). L’industria farmaceutica è, infatti, il secondo settore più importante in termini di quota sul totale di export regionale, dopo l’agroalimentare, (28,6%), che ha fatto registrare anch’esso un’importante crescita (+33% tra il 2017 e il 2021).
RADDOPPIATI GLI ADDETTI DEL SETTORE FARMACEUTICO. A proposito delle ricadute occupazionali di questa ripresa dell’economia regionale, va segnalato che gli addetti del settore farmaceutico sono più che raddoppiati tra il 2016 e il 2021 (+105%), superando di 100 punti percentuali la crescita media italiana (dati del Technology Forum Campania, progetto realizzato da The European House-Ambrosetti e Regione Campania). Nel campo delle biotecnologie la Campania ha, inoltre, incrementato il numero di imprese del 69% tra il 2015 e il 2020 (rispetto al 14% media Italia), arrivando a pesare per il 36,9% del totale di tutte le imprese biotech presenti nelle Regioni del Mezzogiorno (59 imprese, pari al 7,5% del totale nazionale).
DECISIVI GLI AIUTI. La crescita della Campania, come quella di altre regioni meridionali (Basilicata e Sicilia si attestano a +1,8% rispetto ai livelli pre-Covid), testimonia una situazione in cui il Sud ha mostrato di tenere le posizioni (+2,3%), anche se è arretrato rispetto al Nord-Est, che è cresciuto del 4% rispetto al preCovid, mentre nello stesso periodo il Nord Ovest ha messo a segno una crescita pari al 3,9%. Il Mezzogiorno è invece cresciuto decisamente di più delle regioni del Centro, che si sono fermate a +1%.
IL RUOLO DEGLI AIUTI. Va detto che gli aiuti messi in campo in questi anni hanno avuto il loro effetto, evitando «una crisi sociale e garantito una ripresa dell’economia che nessuno prevedeva», afferma la Cgia. Il conto è tutt’altro che lieve: tra contributi a fondo perduto, ristori, indennizzi, misure di sostegno al reddito, crediti di imposta, e così via, infatti, tra il 2020 e il 2022 i governi Conte 2 e Draghi hanno messo a disposizione delle famiglie e delle imprese ben 180 miliardi di euro. Per mitigare il caro bollette, invece, l’associazione ricorda che «i governi Draghi e Meloni hanno erogato altri 90 miliardi di euro di aiuti».

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