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Pronto soccorso, ecco l’ultima carta

Pronto soccorso, ecco l’ultima carta

NAPOLI. Parla di «ultimi tentativi per reclutare personale per i Pronto soccorso». E annuncia «un concorso unico regionale». Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, lancia l’allarme sul funzionamento delle strututre di emergenza. Un quadro aggravatosi anche per la recrudescenza dei fenomeni di violenza in questo inizio di 2024. Nel suo tour irpino-sannita, prima ad Avellino per l’inaugurazione del blocco parto del reparto di Ostetricia e Ginecologia al Moscati, e poi al San Pio di Benevento per l’apertura di due nuovi reparti, il governatore annuncia che «la prossima settimana cercheremo anche di utilizzare tutti gli idonei di tutte le graduatorie di tutte le Asl e aziende regionali per verificare la disponibilità ad impegnare nell’attività di pronto soccorso non solo i medici dell’emergenza, che non ci sono, ma anche professionisti di specialità come cardiologia e gastroenterologia con contrati a termine e l’impegno a stabilizzarli sulla specializzazione di riferimento alla partenza di nuovi concorsi». Dito puntato contro il Governo che, secondo lo “sceriffo”, «sta uccidendo la sanità pubblica, visto che i tre miliardi stanziati nella legge di bilancio servono a malapena per i rinnovi contrattuali. Abbiamo una decina di Pronto soccorso bloccati, tra i quali Santa Maria Capua Vetere, Maddaloni, Scafati, Boscotrecase, perché manca personale. Noi abbiamo fatto i concorsi quattro, cinque, sei volte, ma i medici dell'area dell'emergenza non partecipano perché le condizioni retributive e lavorative sono inadeguate rispetto allo stress che devono sostenere, in particolare nell’area metropolitana di Napoli e a Caserta». E ancora: «In Italia è mancata una programmazione sulla sanità pubblica. Eppure non ci vuole molto. Si sa ogni anno quanti vanno in pensione, è tanto complicato programmare un ingresso per lo meno equivalente di personale medico e infermieristico? Ma non ci ha pensato nessuno…E così mancano 20mila medici e 70mila infermieri». De Luca denuncia che «quando abbiamo deciso di utilizzare gli specializzandi, che sono laureati in medicina e non parcheggiatori abusivi, ci siamo scontrati con primari, responsabili universitari delle scuole di specializzazione, che fanno lavoro di dissuasione, come ci hanno confidato alcuni ragazzi. È una vergogna. Chiedo all’autorità giudiziaria di fare un accertamento e vediamo come funzionano le cose». Il presidente della Regione Campana è un fiume in piena: «Siamo ultimi in Europa per il numero di medici, ma ci consentiamo il lusso di mantenere il numero chiuso a Medicina, che è un camorrificio, un marchettificio». Infine, denuncia un «mercato oncologico»: «C’è qualche medico campano che lavora a Milano e che per pure ragioni speculative trasferisce pazienti in Lombardia: questo mercato oncologico deve finire, anche perché quegli stessi pazienti, curati in Lombardia, tornano in Campania con problemi aggravati». A replicare a De Luca è il vice ministro degli Affari esteri, Edmondo Cirielli: «La drammatica situazione degli ospedali in Campania va affrontata con la massima urgenza ma non con geremiadi su fantomatici complotti come sta provando a fare il governatore De Luca e unicamente per dar vita all’ennesima e inutile polemica con il Governo e con il ministro di turno».

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