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13 Gennaio 2024 - 11:22
Tornano a salire le interdittive antimafia dopo la flessione registrata nel 2022. Lo scorso anno i provvedimenti emanati dai prefetti per bloccare i rapporti con la Pubblica amministrazione delle imprese sospettate di essere infiltrate dalla criminalità organizzata sono stati infatti 2.007 contro i 1.495 dell'anno precedente, con un aumento del 34,2% (e del 30,2% rispetto al 2019). È quanto emerge dai dati del Viminale in via di pubblicazione e anticipati dal 'Sole 24 Ore'. ''In particolare - si legge - sono cresciute del 32,5% a quota 1.069 le comunicazioni interdittive antimafia e del 36,3% le informazioni interdittive, ossia quelle che sono il frutto di una valutazione discrezionale del rischio di infiltrazione effettuata dalla prefettura che riguarda l'impresa in sé ritenuta in pericolo di condizionamento, al di là del rapporto con la Pa''.
A guidare la graduatoria sono le regioni del Sud, che ''si conferma la macroarea più interessata dallo stop alle imprese. In vetta alla classifica c'è la Campania, con 490 interdittive (279 comunicazioni e 211 informazioni), cresciute del 47% rispetto alle 333 del 2022. Pesa Napoli - scrive il quotidiano - che detiene il record con 351 provvedimenti, quadruplicati rispetto agli 87 dell'anno precedente. Segue la Sicilia, con un totale di 390 interdittive (187 comunicazioni e 203 informazioni), cresciute dell'84% rispetto al 2022''. Nel Centro-Nord invece la regione con più interdittive è l'Emilia-Romagna, ''complice anche la sorveglianza legata agli appalti per la ricostruzione: nell'anno appena concluso sono state 215, seppur in calo del 19,2% rispetto alle 266 del 2022. Tra le province spicca Reggio Emilia (nel cui territorio la presenza della 'ndrangheta è stata rivelata dai vari processi contro i clan) con 144 interdittive, il 67% del totale, diminuite però del 28,3% (erano 201 nel 2022)''.
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