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Autonomia differenziata, è guerra totale

Autonomia differenziata, è guerra totale

NAPOLI. L’autonomia differenziata è accompagnata «con una campagna di falsificazione dei dati sulla capacità di spesa e sui flussi finanziari che arrivano al Sud». «De Luca si traveste da “Masaniello risorgimentale”, teme l’autonomia perché non sa governare». Lo scontro sulla riforma si fa ancora più duro. Da un lato Vincenzo De Luca (nella foto a sinistra) rilancia i suoi attacchi al Governo, dall’altro la maggioranza, a cominciare da Pina Castiello (nella foto a destra), sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, replica per le rime.

LA CONDANNA DELLA CORTE DEI CONTI. Il giorno dopo la condanna della Corte dei Conti al risarcimento di un danno erariale di 100mila euro - sentenza legata alla vicenda della nomina a dirigenti responsabili della sua segreteria di 4 vigili urbani in servizio presso il Comune di Salerno che svolgevano mansioni di autista - De Luca dedica pochi secondi all’argomento e si difende così: «Non commentiamo mai le sentenze. Ricordo solo che la riorganizzazione dell’ufficio di presidenza è stata fatta con un risparmio annuale di 80mila euro». In compenso il governatore torna a sparare a zero sul tema dell’autonomia.

SFIDA ALLA MAGGIORANZA. Il governatore sfida la maggioranza a stabilire nella riforma che «è vietato fare contratti integrativi regionali per la scuola, per la sanità e per il trasporto pubblico. Se volete difendere la Nazione e l’unità nazionale - afferma De Luca rivolto ai partiti del centrodestra - è del tutto evidente che, se consentite contratti integrativi regionali, avete distrutto l’unitarietà dei grandi servizi pubblici del nostro Paese». Nel corso della sua tradizionale diretta Facebook, De Luca torna sul fatto che se una Regione del Nord «può fare contratti integrativi per i medici e gli infermieri, e dare 2mila euro al mese in più di stipendio oltre al contratto nazionale, è chiaro che questo significa innescare un flusso migratorio dal Sud al Nord del personale sanitario».

«SUI FONDI UE NON ACCETTIAMO RICATTI». Nel suo attacco a trecentosessanta gradi torna anche la questione della la denuncia presentata dalla Regione alla magistratura penale e contabile e al Tar contro il ministro per le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, per la vicenda dei fondi europei sviluppo e coesione: «La Campania non accetta ricatti». Secondo De Luca «il ministro Fitto ha falsificato i dati, ripetendo un dato della Ragioneria dello Stato su un livello di spesa dei fondi europei del 37%. Questa è una doppia idiozia, perché quando parli devi dare i dati attuali, non quelli di 6 mesi fa. L’impegno e la capacità di spesa vanno valutati a dicembre 2025, non oggi. Abbiamo spiegato cento volte che abbiamo impegnato l’80% delle risorse e dal punto di vista dei pagamenti materiali siamo al 56%, a due anni dalla scadenza del vecchio programma».

CASTIELLO: CARNEVALE È ALLE PORTE, DE LUCA SI TRAVESTE DA “MASANIELLO”. Altrettanto dura la replica che arriva dal sottosegretario Castiello: «Carnevale si avvicina e De Luca ci regala una maschera inedita, quella del Masaniello adattato alla retorica risorgimentale secondo lui». L’esponente dell’Esecutivo accusa il governatore di porre in essere «l’ennesimo “travestimento” per nascondere il terrore di doversi confrontare con il dovere di una spesa più rigorosa e oculata mediante la quale assicurare efficienza dei servizi e buon governo, pratiche con le quali De Luca fa a cazzotti da sempre». «Faccia pure la sua sceneggiata l’ex “Sceriffo” - aggiunge Castiello - ma sappia che sulla sua commedia del grottesco sta finalmente calando il sipario».

«COLMATO VUOTO DEL CENTROSINISTRA». Castiello non ha dubbi sul fatto che la legge Calderoli prevede, «colmando un vuoto ereditato dal centrosinistra di De Luca, i livelli essenziali di prestazioni in tutto il territorio nazionale. Soprattutto - sottolinea il sottosegretario - contempla la possibilità per il Governo di intervenire, sostituendosi alle Regioni, quando queste non dovessero garantirli».

LA REPLICA DI FDI. Anche Fdi attacca, spiegando che «la condanna contabile di De Luca è l’emblema di come viene governata la Campania», afferma il commissario regionale di Fratelli d’Italia della Campania, il senatore Antonio Iannone. E «le risorse pubbliche», denuncia, vengono usate «per conservare il potere e non per assicurare diritti, opportunità e servizi ai cittadini».

IL RUOLO DEI LEP. Un altro governatore del Sud come Vito Bardi, presidente della Basilicata, la pensa in maniera radicamente diversa da De Luca. Bardi evidenzia come siano stati fatti passi in avanti rispetto alla riforma fatta dal centrosinistra nel 2001: la riforma «stabilisce che l’attribuzione di nuove funzioni è consentita subordinatamente alla determinazione dei Lep; e che il finanziamento dei Lep determinato sulla base dei relativi costi standard sarà attuato nel rispetto degli equilibri di bilancio. Inoltre - conclude Bardi - viene garantita l’invarianza finanziaria del fondo perequativo».

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