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Trattori, Loffreda (Coldiretti Campania): «Avanti in difesa degli agricoltori»

Trattori, Loffreda (Coldiretti Campania): «Avanti in difesa degli agricoltori»

NAPOLI. Un documento in dieci punti. È la sintesi della posizione di Coldiretti sulla battaglia che sta animando le proteste dei trattori. Parla di Irpef, di costi di produzione, gasolio, fauna selvatica. Ad illustrarlo, ai suoi iscritti, è Salvatore Loffreda, direttore regionale di Coldiretti. È la sintesi della posizione di Coldiretti sulle battaglie che stanno animando le proteste dei trattori.

Direttore Loffreda, come mai non siete in piazza insieme ai trattori? 

«Perché siamo convinti che le battaglie si affrontino nei tavoli istituzionali dove possono esserci risposte e soluzioni. Gridare senza poi ottenere risultati non serve. Anche per la protesta ci sono tempi e modi. E occorre distinguere le problematiche di competenza del governo italiano e quelle che, invece, vanno affrontate in Europa. Stiamo però parlando con i nostri iscritti per stabilire insieme una linea d’azione che tenga conto delle posizioni espresse dalla base».

Quali sono i punti essenziali del documento? 

«Difendere il reddito degli agricoltori: non toccare i fondi Pac e gli aiuti ai giovani, riconoscere e sostenere il ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della biodiversità, stop alle importazioni che non rispettano gli standard europei, fermare le frodi sull’origine e l’italian sounding anche in Italia, no a riduzioni degli aiuti diretti agli agricoltori e libertà di coltivare tutti i terreni, no al cibo artificiale prodotto in laboratorio, sì a mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e rafforzando il contrasto alle pratiche sleali, semplificare lo sviluppo rurale e investire su ricerca e formazione, promuovere l’innovazione e la digitalizzazione per aumentare sostenibilità e resilienza, ampliare il sostegno e la strumentazione per la gestione dei rischi favorendo l’accesso al credito, cancellare la burocrazia, non le aziende».

Lei condivide la posizione dei trattori? 

«Le ragioni della protesta sono le nostre da sempre, da quando siamo nati. Ma la nostra impostazione è quella del far sentire la voce nei tavoli istituzionali e riuscire a ottenere risultati. Va bene la piazza, ma se poi riesce a imprimere un cambiamento. Ricordo anche battaglie dure come l’aver avuto il coraggio di bloccare i camion al Brennero. Lo abbiamo fatto e saremo pronti a scendere in campo, ma essere in piazza senza poi riuscire a sedere nelle sedi opportune in cui agire e affrontare effettivamente il problema non serve. Serve risolvere le questioni, non raccontarle. Siamo la più grande organizzazione agricola della Ue, come ha ricordato anche il presidente Prandini, abbiamo il dovere di trasformare la protesta in azioni concrete. Noi da sempre abbiamo acceso i riflettori sulle tematiche che ci stanno a cuore ottenendo anche risposte. Coldiretti ha da sempre alzato la voce quando è stato necessario farlo, ha partecipato a scioperi come gli ultimi a Bruxelles ma sempre finalizzandoli all’ottenimento di risultati».

Ce la farete anche stavolta?

«Sono convinto di sì».

 

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