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23 Febbraio 2024 - 07:30
NAPOLI. «La Regione oggi soffre molto soprattutto per l’attuazione del Pnrr perché ci sono molti progetti incompleti, con aumento dei costi, che se non vengono rifinanziati rimangono cattedrali nel deserto, il che è veramente una grave perdita non solo per la Regione, ma per tutta la collettività». A dirlo il presidente del Tar Campania, Vincenzo Salamone, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024. «La Regione risente anche di difficoltà organizzative non solo proprie ma di tutto l’apparato amministrativo, però non credo che sia la più in ritardo in ambito nazionale. È un interlocutore istituzionale, mentre i soggetti attuatori dei progetti spesso sono altri enti, sono i Comuni, Città metropolitana, amministrazioni che poi beneficiano di queste competenze. Le maggiori difficoltà le hanno i piccoli comuni perché non sono in grado con i loro uffici. Si è fatta un po’ una scelta di utilizzare la Città metropolitana come stazione appaltante, che organizzativamente è più attrezzata». Altro capitolo è quello della sanità convenzionata: «Il rapporto Regione-strutture accreditate è molto conflittuale anche sono stati cambiati i metodi di assegnazione delle risorse. C'è una difficoltà di fondo e difficilmente riusciamo a mettere un punto finale perché c’è anche questa tendenza della Regione a cambiare continuamente metodi d’assegnazione che ci crea problemi perché non riusciamo a definire questi giudizi». Salamone, poi, spiega anche che «si è registrato un aumento delle interdittive antimafia, uno dei settori nei quali abbiamo avuto l’incremento di contenzioso. Non è che ci sia una maggiore presenza di infiltrazioni, c’è una maggiore efficienza del contrasto e quindi una maggiore sensibilità alla necessità che vengano recisi i rapporti soprattutto con l’economia legale». E ancora: «Non abbiamo una percezione che ci sia un aumento delle infiltrazioni. Sicuramente -si rilevano in determinati settori, in particolare su appalti, ma anche sulle attività economiche apparentemente libere o settori che apparentemente potrebbero apparire estranei a questo ambito». A chi gli chiede un giudizio sulla riforma sulle interdittive, il presidente del Tar Campania spiega che «in parte ha inciso positivamente perchè è stata introdotta la misura intermedia che è la prevenzione collaborativa, che consente di salvaguardare le imprese con un’attività di controllo e monitoraggio». Il tutto mentre «i ricorsi depositati al Tribunale amministrativo regionale della Campania nel 2023 sono stati 6.150, rispetto ai 6.214 dell’anno precedente, per un dato complessivo pari a 64 ricorsi in meno, che corrisponde ad un decremento pari all’1,03 %. Il livello di contenzioso è stabile percentualmente, ma è uno dei più elevati d’Italia, siamo su livelli più alti a livello nazionale». Secondo i numeri forniti, in Piemonte si registrano 1.100 ricorsi l’anno, mentre tra Napoli e Salerno se ne contano circa 8mila. «La cosa positiva è che non c'è un arretrato significativo e ci attestiamo sullo standard europeo che è tre anni al massimo, poi dipende dalle tipologie di giudizio: ci sono giudizi che vengono definiti in un arco temporale di pochissimi mesi e altri che richiedono qualche tempo più lungo ma mai superiore a tre anni» conclude Salamone.
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