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De Luca torna ad accusare il Governo: contro la Campania un ricatto politico

De Luca torna ad accusare il Governo: contro la Campania un ricatto politico

"Andate a lavorare? Ma come ti permetti, razza di... Questo è stato l'insulto vero, detto anche con un tono di razzimo. Siamo andati lì esattamente per lavorare, per avere le risorse e aprire i cantieri. Il primo insulto, la prima offesa lo abbiamo avuto noi lì, e non abbiamo reagito". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto questa mattina a un convegno organizzato da Its Academy Manifattura Meccanica nella Mostra d'Oltremare di Napoli, tornando sulla manifestazione organizzata dalla Regione a Roma lo scorso 16 febbraio alla quale hanno partecipato numerosi sindaci della Campania. "È stato un episodio clamoroso - ha aggiunto De Luca - in positivo in termini di lotta sociale e democratica e in negativo come attacco alla democrazia. Non si è mai visto in Italia uno spintonamento, un blocco di 500 sindaci che avevano fatto 4 ore di pullman per andare a Roma. Sugli organi d'informazione non si è parlato dei due obiettivi per cui eravamo andati a manifestare, cioè contro l'autonomia differenziata e per sbloccare i fondi sviluppo e coesione. Il problema sui giornali era di galateo. Alla sindaca di Arzano hanno detto di togliersi la fascia per passare in via del Corso. Questa è gente che non sa cos'è la democrazia. Abbiamo subito una censura esplicita, mica i giornali hanno raccontato i motivi per cui eravamo lì, hanno raccontato le scemenze, il gossip, le caricature. Quando si parla di Napoli e della Campania tutto diventa caricatura. La capacità che c'è nei Paesi civili di parlare nel merito dei problemi qui non c'è". Secondo De Luca "la nostra democrazia comincia a subire qualche colpo. La democrazia non si autoalimenta, va alimentata dalla partecipazione dei cittadini, dalla difesa della nostra dignità, altrimenti muore. Allora dobbiamo combattere fino a quando non sblocchiamo le risorse che servono ad aprire i cantieri e creare lavoro". "Napoli non si vende, la Campania non si vende e De Luca non si vende" è il monito rivolto al governo. "Abbiamo spiegato da un anno e mezzo che chi pensa di ricattare Napoli e la Campania bloccando i fondi di sviluppo e coesione ha sbagliato indirizzo - ha aggiunto De Luca -. Combatteremo in maniera dura, fino alla fine, fino a quando non vedremo tutelati i nostri diritti".

"Siamo di fronte ad un ricatto politico del governo Meloni, ad una prova di assoluta incapacità amministrativa, e ci dobbiamo confrontare con un ritardo, ad oggi, di un anno e mezzo nella firma del contratto di coesione fra Regione Campania e Governo nazionale" ha detto De Luca. "È uno scandalo - ha aggiunto De Luca - di cui sarebbe bene che parlasse l'opinione pubblica, il mondo dell'informazione. È una vergogna perché è semplicemente un tentativo di ricatto politico che noi abbiamo respinto. La battaglia deve continuare fino a quando non sblocchiamo queste risorse che sono destinate al Sud e alle comunità del Sud, non alla Meloni o a Fitto. Veniamo anche da una vergogna che abbiamo conosciuto una decina di giorni fa, l'aggressione ai sindaci, non si è mai visto in Italia un episodio così scandaloso di cui non si è parlato abbastanza, una vergogna. Abbiamo resistito anche a questa vergogna, adesso dobbiamo andare avanti fino al risultato finale". 

"Quando c'è stata la vicenda di Caivano la presidente del Consiglio è venuta qui, era in viaggio per la Grecia. Ci siamo incontrati all'aeroporto di Capodichino e le ho detto: ma hai capito che ci sono 20 miliardi di euro che non immettiamo nell'economia italiana? La prima a farsi male, sei tu, il primo danno lo stai creando all'economia italiana, non a me. Lei: sì, no, ma vedremo, Fitto sta facendo un lavoro… Io ho detto Fitto che non capisce niente, gliel'ho detto". "Fitto - ha rimarcato il governatore campano, parlando poi del blocco dei fondi per lo sviluppo e la coesione - quando faceva il presidente della Regione non spendeva un euro. Tant'è vero che è stato poi sconfitto da Vendola, che non è un gladiatore, ma rispetto a lui sembrava Camillo Benso di Cavour".

"Senza investimenti pubblici e senza base produttiva non e' possibile fare formazione professionale". "La precondizione per avere programmi di formazione e' rappresentata dall'avere un flusso di investimenti importante - ha detto De Luca - e da una scelta dei settori nei quali investire. Nel Sud e in Italia in questo momento non c'e' ne' l'una ne' l'altra condizione". In Italia "manca una politica industriale, mancano gli investimenti". Manca la strategia di puntare su settori specifici. Contrariamente in Campania "abbiamo concentrato investimenti e risorse su quattro settori eccellenza".  I quattro settori sui quali la Regione ha scommesso, ha ricordato De Luca, sono "l'automotive, che e' una realta' importante del nostro territorio; l'aerospaziale, abbiamo una grande tradizione; il sistema moda e l'agroalimentare". "Questo non vuol dire escludere altri settori - ha avvertito De Luca -, ma significa concentrare opportunita' e risorse in settori nei quali abbiamo un retroterra importante, industriale e anche di indotto. Il governo nazionale questa scelta non l'ha fatta e alcune parti di Italia le ha perdute definitivamente".

Infine la chiosa sulla vicenda dei manifesti contro il Governo fatti affiggere dalla Regione: "Ringraziamo i giornali che hanno rilanciato anche sul piano nazionale i nostri manifesti, grazie di cuore per l'implementazione". E sull'annunciato ricorso alla Corte dei Conti da parte dei gruppi di centrodestra in Consiglio regionale, De Luca risponde ironico: "Meglio alle Nazioni Unite".

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