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Autonomia e Pnrr, sale l’attenzione

Autonomia e Pnrr, sale l’attenzione

NAPOLI. Autonomia differenziata e Pnrr finiscono all’attenzione della Corte dei Conti della Campania. Alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario, il presidente Michele Oricchio sottolinea, nella sua relazione, che «continua la pressione di alcune forze politiche volta all’attuazione di una ulteriore forma di autonomia regionale, la cosiddetta differenziata, attualmente all’esame del Parlamento, che rischia di aggiungere elementi di rottura e di discriminazione all’interno dello Stato in una logica egoistica». Per Oricchio il fatto che da parte dei sostenitori «si dica che l’autonomia migliorerebbe la competizione e l’efficienza di tutte le amministrazioni locali e troverebbe fondamento nel cosiddetto “residuo fiscale”» è «un’affermazione che non può essere condivisa in quanto il sistema fiscale italiano è espressione di una geografia che non coincide con la geografia economica del nostro Paese dove, a causa delle diseguaglianze di partenza, intere zone - in patente violazione dei principi sanciti dall’art.3 della Costituzione - sarebbero condannate a restare senza risorse a meno che non si provvederà a individuare in via perequativa e aggiuntiva maggiori dotazioni finanziarie (ma con quali fondi?) per assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep, dove per assicurare deve però intendersi finanziare e non solo individuare». Sullo scudo erariale, Oricchio ribadisce che «con questa norma chi cagiona un danno alle casse pubbliche con inescusabile negligenza è esente da responsabilità amministrativa. Tutto ciò in nome della paura della firma. Ma la paura della firma può essere smentita nei numeri e nei fatti». Il presidente della Sezione regionale di controllo per la Campania della Corte dei Conti, Massimo Gagliardi, mette l’accento sul fatto che «la sfida del Pnrr assume dimensioni epiche in molti enti campani che presentano criticità finanziarie rilevanti ed assicurano a fatica i servizi essenziali e le funzioni fondamentali. Infatti le pur ingenti risorse del piano di resilienza non comprendono tutti i costi comunque riconducibili all’intervento, e potrebbero, secondo un meccanismo perverso, risolversi in un incremento della spesa pubblica complicato da governare e reso ancor più problematico nel caso di enti in crisi finanziaria». Un rischio «tutt’altro che remoto ed assume particolare significatività in Campania per l’elevato numero di enti, 48, che hanno fatto ricorso alla procedura di riequilibrio cosiddetto predissesto e che hanno già dichiarato il dissesto, circa 60. Tali dati rappresentano già di per sé indici significativi della riferita fragilità del sistema delle autonomie locali campane». E Gagliardi pone l’accento anche sulla sanità per la quale si registra «un’elevata mobilità sanitaria e criticità nel recupero delle liste di attesa». Sulla questione dello scudo erariale torna anche il procuratore Antonio Giuseppone che nella sua relazione richiama al fatto che «abbiamo tutti avuto modo di leggere sulla stampa notizie poco edificanti,foriere di spreco di ingenti risorse pubbliche: mascherine di protezione acquistate dallo Stato ma non omologate a tale uso,banchi scolastici acquistati ma inutilizzati perché non rispondenti alle norme, fraudolento utilizzo di fondi derivanti dalla normativa sulla ristrutturazione edilizia. Se in tali vicende dovessero emergere responsabilità di amministratori o agenti pubblici, per condotte gravemente colpose collocabili dopo il 17 luglio 2020 e fino al 30 giugno 2024, nessuno di questi soggetti potrà essere chiamato a rispondere dei danni erariali cagionati, innanzi al giudice contabile, le cui conseguenze rimarranno pertanto a carico dello Stato, ossia di tutti noi». Il tutto mentre nel proprio intervento la presidente degli avvocati napoletani Immacolata Troianiello sottolinea che «l’Ordine cerca sempre di creare sinergie di comunicazione con la magistratura contabile per un sempre più costante e proficuo dialogo tra le diverse anime della giurisdizione, e per offrire risposte concrete al bisogno di legalità e trasparenza della pubblica amministrazione. Va rispettata e tutelata la centralità della Corte dei Conti a presidio degli equilibri della finanza pubblica».

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