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29 Febbraio 2024 - 14:36
In questi giorni continuano le rivolte degli agricoltori e i blocchi stradali dei trattori contro la politica europea e contro la burocrazia che sta uccidendo le migliaia di aziende agricole sopravvissute a crisi continue (idriche, di mercato, di concorrenza). In Campania la situazione e’ molto delicata perché da almeno un ventennio il governo centrale ha preso di mira il Sud, ha distrutto il settore tabacchi, che dava ventimila posti di lavoro decidendo di far impiantare la Philip Morris a Bologna invece che a Napoli, qui si produce tabacco, ma in Emilia va lavorato, scelte scellerate, che distruggono intere filiere. E tuttavia il nemico numero uno dell’agricoltura campana ha un acronimo con quattro lettere. Agea.
L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AgEA) è un ente statale italiano che ha compiti di svolgimento delle funzioni di Organismo di Coordinamento e di Organismo pagatore nell'ambito dell'erogazione dei fondi dell'Unione europea ai produttori agricoli. Si tratta di miliardi di euro spesso bloccati da un sistema romano dj amministrare che andrebbe sanzionato senza indugio.
In Campania tale ente e’ in cima a tutti i ritardi dei pagamenti delle imprese agricole, ritardi spesso ingiustificati, ritardi con rimandi fuorilegge per affossare quella o quell’altra azienda, spesso abusando della posizione debole delle aziende agricole. La questione e’ stata affrontata da anni dal consiglio regionale. E’ stata messa a punto due anni fa una legge che trasferisce a un organismo regionale il compito di pagare gli agricoltori, eliminando ritardi, malversazioni, ingiustizie che sono compiute ogni giorno da funzionari e spesso ispettori spesso romani.
Questo organismo regionale e’ stato voluto dall’assessore regionale Nicola Caputo, ma per colpa di faide interne al consiglio regionale e l’appoggio di alcuni esponenti di Coldiretti (si’ Coldiretti, da una parte fa le rivolte in strada dall’altra aiuta e spalleggia l’Agea, il nemico numero uno degli agricoltori, per colpa di ritardi ingiustificabili) l’attuazione dell’ente erogatore non decolla. Eppure la regione Lombardia ha un proprio organismo pagatore e lo stesso la provincia autonoma di Bolzano. Perché non in Campania, dove la cattiva burocrazia sta distruggendo il comparto?
Ad esempio, questione dell’anno appena passato. Per la campagna 2023 il Ministero dell’agricoltura non ha attivato l’anticipazione dei pagamenti della Politica agricola comune entro il 31 luglio, mediante un decreto che avrebbe dovuto emanare entro il 30 aprile scorso. Resterà così inutilizzata la liquidità messa a disposizione dal Ministero dell’economia. Al contrario degli scorsi anni, le imprese agricole non riceveranno alcun acconto sui pagamenti diretti (dal 50 al 70 per cento), in anticipo di qualche mese sulla scadenza ordinaria. Di conseguenza gli agricoltori dovranno attendere il 1° dicembre prossimo per l’avvio dei pagamenti ordinari, a meno che non intervenga qualche deroga. “Si tratta di un duro colpo alle imprese agricole che già devono fare fronte alle difficoltà di un’annata agraria che si presenta irta di insidie, dal clima inclemente ai costi di esercizio”, lamenta il presidente di Cia Campania, Raffaele Amore.
Agea e’ un carrozzone che va eliminato dal Mezzogiorno o per lo meno dalla Campania, il ministro dovrebbe nominare una commissione ispettiva sui giganteschi ritardi e le operazioni dilatorie intraprese dai suoi funzionari. Ma la questione piu’ grave riguarda la Campania, regione presa di mira e colpita in maniera indecente da una cattiva amministrazione, che ha provocato anche le rivolte degli agricoltori. Con buona pace di alcuni personaggi della Giunta regionale e di qualche organizzazione agricola.
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