Tutte le novità
08 Marzo 2024 - 07:45
NAPOLI. In Campania ci sono sempre meno medici di famiglia, col risultato di un sovraccarico di assistiti per quasi il 60% dei camici bianchi. Secondo quanto previsto dall’Accordo collettivo nazionale, il numero massimo di assistiti di un medico di base è fissato a 1.500, ma i dati contenuti nell’ultimo report della Fondazione Gimbe dicono che in Campania a superare il massimale previsto sono addirittura il 58,4% dei medici di medicina generale. Un dato di gran lunga superiore alla media nazionale, ferma al 47,7%.
QUALITÀ DELL’ASSISTENZA RIDOTTA. «Questo sovraccarico di assistiti - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - determina inevitabilmente una riduzione della disponibilità oraria e, soprattutto, della qualità dell’assistenza», La conseguenza del ragionamento di Cartabellotta è che in questo modo sono destinate ad accendersi “spie rosse” su tre elementi fondamentali: «La reale disponibilità di medici di medicina generale in relazione alla densità abitativa, la distribuzione omogenea e capillare sul territorio e la possibilità per i cittadini di esercitare il diritto della libera scelta».
ANDRÀ ANCORA PEGGIO NEI PROSSIMI ANNI. Secondo il report della Fondazione, al primo gennaio 2023 in Campania mancavano 381 professionisti, ma soprattutto l’allarme si fa ancora più significativo in previsione dei prossimi anni. Sono 1.320 i medici che hanno compiuto o compiranno 70 anni tra il 2023 e il 2026, raggiungendo così l’età massima per la pensione (deroghe escluse). Considerando l’età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero di borse di studio per gli anni 2020/2023, secondo le stime di Gimbe nel 2026 il numero dei medici di medicina generale in Campania diminuirà di 384 unità rispetto al 2022. Cartabellotta, che ieri era a Napoli per partecipare al convegno “L’impatto dell’autonomia differenziata sulla sanità del Mezzogiorno”, all’ospedale Cardarelli, spiega che la Campania, «essendo una regione in piano di rientro, ha anche difficoltà a risollevarsi». La Campania non è certo l’unica regione ad avere il problema che il massimale di 1.500 assistiti viene superato da più di un medico di famiglia su due: questo accade in Emilia-Romagna (51,5%), Provincia autonoma di Trento (59,1%), Valle D’Aosta (59,2%), Veneto (64,7%). E addirittura da due medici di famiglia su tre nella Provincia autonoma di Bolzano (66,3%) e in Lombardia (71%). Al primo gennaio 2023, il numero medio di assistiti per medico in Campania era 1.382 (media nazionale 1.353).
PER LA REGIONE SOFFERENZA DUPLICE. Cartabellotta sottolinea che la sofferenza della sanità della Campania dipende «sia per le ganasce organizzative che il ministero finisce per applicare a tutte le Regioni in piano di rientro, sia perché non ci sono risorse sufficienti per l’assunzione del personale e per tutta la riorganizzazione dei servizi. Punti che inevitabilmente vedono la Campania come la regione che sta soffrendo di più lo stato di salute della sanità pubblica».
IL PROBLEMA ANAGRAFICO. Preoccupa anche la distribuzione anagrafica, con la Campania che si segnala tra le regioni con i medici che hanno la maggiore anzianità di laurea. In particolare nella maggior parte delle regioni meridionali gli Mmg con oltre 27 anni di laurea sono più di 3 su 4: Calabria (89,4%), Sicilia (81,7%), Campania (80,7%), Sardegna (79,7%), Molise (78,4%). La Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), chiede soluzioni urgenti e all’Adnkronos Salute Pierluigi Bartoletti, vicesegretario della Fimmg spiega: «L’aumento dei massimali per gli assistiti portandoli a 1.800 potrebbe essere una soluzione. Ma l’obiettivo è rendere attrattiva la professione».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo