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15 Marzo 2024 - 09:14
Audizione alla commissione Affari costituzionali del Senato sull’autonomia differenziata. «Garanzie sui Lep, no ai contratti integrativi su scuola e sanità altrimenti il Sud muore»
NAPOLI. «Noi cerchiamo di rappresentare un altro Sud, quello dell’efficienza e che rifiuta logiche di clientela». A dirlo presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante l’audizione in videoconferenza in Commissione Affari costituzionali alla Camera sul disegno di legge per l’autonomia differenziata. «Il ragionamento sull’autonomia differenziata è puramente contabile, niente di più, la solidarietà e l’unità sono scomparsi» dice De Luca fornisce qualche numero: «Per quanto riguarda la spesa pubblica allargata, al Centro-Nord ci sono 17mila euro pro capite, al Sud 13mila e in Campania 12mila. Per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale, pur avendo recuperato qualcosa, la mia regione è ancora penalizzata per 150 milioni di euro rispetto alla media nazionale nel riparto. Siamo l’ultima regione per posti letto per mille abitanti e abbiamo quasi ventimila dipendenti in meno nel sistema sanitario pubblico, tutto compreso. Partire in queste condizioni, dicendo che è un’occasione per misurare l’efficienza di ognuno di noi, diventa inaccettabile. Se risolviamo questi divari, io sono prontissimo ad affrontare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque. La definizione dei Lep non vuol dire nulla, dobbiamo definire e finanziarli. Dobbiamo applicare equamente i Lep».
E ancora: «Mi auguro che almeno su due punti noi riusciamo ad ottenere un risultato, ovvero la sanità e la scuola. Si comici a evitare che alcune regioni possano fare contratti integrativi, perché questo significherebbe la morte del Sud». Il governatore ricorda che «abbiamo chiesto di trasferire alle Regioni la possibilità di esprimere pareri con lo scopo di dar vita a una sburocratizzazione reale. Chiedo al ministro Calderoli: perché non partiamo da qui prima di iniziare questa avventura? Abbiamo una democrazia giovane, stiamo attenti. L’Italia una società delle corporazioni, siamo fragili. Guai a noi se produciamo uno sconquasso costituzionale. Dio non voglia».
In mattinata, parlando a Napoli a un’iniziativa della Cgil sulla riforma Calderoli, De Luca aveva toccato anche altri temi. In primis quello del terzo mandato: «Di tutto si parla meno che dei problemi della gente. Che significa terzo, quarto o quinto mandato? Io voglio parlare del sistema ospedaliero, dei nosocomi che stiamo realizzando, dei problemi dell’ambiente, dei problemi dell'autonomia idrica, del rinnovamento del parco dei mezzi pubblici, del piano paesaggistico, della scuola. Che cosa serve per realizzare queste cose? Un mandato, mezzo mandato, tre mandati? Diamo la parola ai cittadini. Punto. Chi è contrario al terzo mandato ha paura. Però evitiamo palle insopportabili. In ogni caso la questione del mandato non ci riguarda, possiamo farlo tranquillamente». Capitolo Fondo sviluppo e coesione: «Confronto con Fitto? Si parla da un anno con lui, è da marzo scorso che stiamo dialogando, quello che manca non è il dialogo ma sono le decisioni. Stiamo dialogando da marzo dello scorso anno e in modo più stringente da estate scorsa e formalizzata da 5 ottobre quando Regione Campania ha inviato il suo piano di sviluppo, sono passati cinque mesi, non vedo ragioni per perdere un altro minuto di tempo, ci aspettiamo che a breve si sigli accordo con la Regione Campania».
E sulla proposta del reddito di cittadinanza regionale da parte del M5S, che sarà presentata domani a Napoli con Giuseppe Conte: «C’è un tema su cui dobbiamo riflettere ed è il tema della povertà. Dobbiamo affrontarlo e confrontarci con tutti, ma sapendo che si fanno i conti con i bilanci. Quindi cose propagandistiche non se ne possono fare. Probabilmente conviene riprendere una vecchia linea, che era quella del governo Gentiloni, che teneva in piedi il reddito di inclusione». Il tutto mentre oggi il ministro Fitto sarà collegato in videoconferenza con un’iniziativa della Cgil a Napoli. E il segretario Nicola Ricci è chiaro: «La Campania ha bisogno della politica di coesione e, se guardiamo al report su quanto viene cantierizzato, non è messa così male. Il merito delle questioni che pone il presidente De Luca c’è tutto, parliamo di risorse importanti bloccate e quindi questa battaglia va fatta, ma il metodo è sbagliato. Al ministro Fitto chiederemo dove sta la verità».
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