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17 Aprile 2024 - 09:03
Per i giudici del Tribunale di Sorveglianza «continua ad avere un ruolo apicale»
Resta al 41 bis Domenico Belforte, capo del clan operante tra Marcianise, Capodrise e Caserta. Per i magistrati la cosca è ancora operativa e la stessa possibile collaborazione di Belforte è ritenuta dalla Dda «strumentale». La decisione arriva dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, che ha respinto il ricorso del ras presentato dopo che lo scorso settembre il ministro della Giustizia aveva prorogato per altri due anni il regime carcerario duro.
Per i giudici Belforte continua ad avere «un ruolo apicale e non ha mostrato segni di resipiscenza e di definitivo allontanamento dalle logiche criminali del clan di provenienza». A rinforzare la decisione anche alcuni episodi. In primis le operazioni delle forze dell’ordine che hanno portato, nell’aprile dell’anno scorso, all’arresto di 28 persone accusate di far parte del clan Belforte; il sequestro preventivo del febbraio 2022 a imprenditori ritenuti vicini alla cosca; l’incriminazione del boss e della moglie Maria Buttone per l’omicidio nel 1991 dell’amante di Belforte.
Inoltre, a pesare anche il fatto che il figlio del ras, Camillo, sia libero dopo la scarcerazione dello scorso anno, così come Concetta Zarrillo, moglie di Salvatore Belforte. In una nota della Dda si riferisce la corrispondenza inviata da Belforte a Filippo Petrullo, dove il capo del clan manifesta la volontà di far ritrovare il corpo della madre di Petrullo, uccisa anni fa, indicando anche il killer. Altra elemento è la conversazione intercettata in carcere nel maggio 2023 con la nuora Giovanna Allegretta, in cui il boss, partendo dal fatto che la ragazza ha cambiato numero di telefono, le riferisce, sapendo di essere ascoltato dagli agenti penitenziari, che tutti i telefoni sono intercettati e la invita a dire a tutti quelli che andranno a casa sua che lui si è dissociato dal clan.
Altro elemento che ha contribuito alla decisione del Tribunale di Sorveglianza è quello relativo ai provvedimenti disciplinari comminatigli per diversi danneggiamenti, tre dei quali quando è stato trasferito dal carcere di Cuneo a quello Sassari. Belforte si è detto claustrofobico e ha ribadito la volontà di collaborare e di far ritrovare il corpo della madre di Petrullo, la sua estraneità e quella della moglie all’omicidio dell’amante e il fatto che il clan è ormai stato decimato dagli arresti, mentre il clan rivale dei PiccoloLetizia ha ripreso quota grazie ai colpi subiti dai Belforte.
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