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Banche, divari Nord-Sud sui tassi. Manzo: Bcc impiega depositi per servizi alle persone

Banche, divari Nord-Sud sui tassi. Manzo: Bcc impiega depositi per servizi alle persone

Quelli sui depositi delle imprese settentrionali sono tre volte più alti rispetto al Mezzogiorno. La Campania penultima con lo 0,26 per cento: peggio fa soltanto la Calabria. Trentino in testa

NAPOLI. Nord contro Sud anche in banca. Con le imprese meridionali fortemente penalizzate rispetto al resto d’Italia: i tassi sui depositi delle aziende, praticati dagli istituti di credito nelle regioni settentrionali del Paese sono oltre il triplo rispetto al Mezzogiorno: si va dallo 0,78% di realtà come Trento e Bolzano allo 0,24% di Catanzaro. Mentre, nelle regioni del settentrione, le banche tendono a garantire rendimenti più elevati, nelle aree meridionali viene offerta una remunerazione più modesta per i depositi bancari dei clienti imprenditori. Al vertice della classifica troviamo dunque il Trentino Alto Adige, con un tasso medio dello 0,78%, seguito dalla Sardegna al secondo posto con lo 0,58%.

È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo cui, le regioni con i tassi più bassi sono tutte al Sud: Basilicata (0,34%), Puglia (0,32%), Abruzzo (0,30%), Campania (0,26%) e Calabria (0,24%). Tra le regioni con tassi medi più alti praticati sulla liquidità delle aziende, il Lazio e l'Emilia Romagna si posizionano rispettivamente al terzo e al quarto posto con tassi dello 0,54% e dello 0,52%. Anche se si osservano i dati relativi ai tassi riconosciuti dalle banche sui depositi delle imprese fino a 50.000 euro, si riscontrano notevoli variazioni tra le regioni italiane, con significative differenze tra le aree settentrionali e meridionali del paese. In questa fascia, la Sardegna si distingue con il tasso medio più alto dello 0,44%, seguita dal Trentino Alto Adige con lo 0,42%. Al contrario, tra le regioni del Sud Italia, la Calabria e la Campania occupano gli ultimi posti della classifica con tassi medi rispettivamente dello 0,15% e dello 0,14%.

Tra le regioni del Nord, Veneto, Toscana e Lom«Serve un modello di crescita che abbia come obiettivo non solo il profitto ma anche lo sviluppo» bardia si posizionano rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto con tassi dello 0,25%, 0,25% e 0,23%. Queste regioni mostrano una buona performance in termini di remunerazione dei depositi, indicando un ambiente finanziario più favorevole per le aziende settentrionali. Nelle regioni del Sud, la Sicilia emerge come la terza regione con il tasso medio più alto dello 0,28%, suggerendo che alcune aree meridionali offrono comunque rendimenti competitivi per i depositi bancari. Tuttavia, questa cifra rimane inferiore ai tassi medi del Nord, indicando una persistente differenza nel panorama finanziario tra le due macroregioni. Inoltre, è interessante notare che alcune regioni del Nord come l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, nonché alcune regioni del Sud come la Basilicata e la Puglia, condividono tassi medi simili intorno rispettivamente allo 0,20% e allo 0,16%.

AMEDEO MANZO E LA “POLITICA” DELLE BCC. In Trentino i rendimenti migliori dei tassi, gli interessi non sono tutti uguali nel Paese. Penalizzato il Sud e le sue imprese, un divario che rende l’economia delle regioni meridionali ancora più deboli nei confronti del CentroNord amplificandone le disuguaglianze. In un report di Unimpresa, Campania e Basilicata le regioni con i tassi più bassi, rispettivamente con lo 0,26 per cento e 0,34 per cento. Amedeo Manzo (nella foto), presidente della Bcc Napoli, si sofferma sui dai riportati nello studio di Unimpresa ed in precedenza da Fabi che hanno analizzato le disparità dei rendimenti tra Nord e Sud del Paese che colpiscono famiglie, imprese ed investimenti.

Presidente Manzo, perché questa disparità dei tassi bancari?

«Le regole imposte sotto il profilo di Basilea stanno penalizzando fortemente le nostre imprese ed i nostri risparmiatori. In alcune regioni del Centro-Nord le banche offrono rendimenti più attraenti, quasi il triplo rispetto al Mezzogiorno. È una realtà sconcertante. Le banche operanti nel Sud Italia vedono invece questo territorio come piazza di raccolta. Discorso differente per la federazione delle quindici Bcc di Campania e Calabria che raccolgono depositi per oltre 9 miliardi di euro, impiegandoli quasi altrettanti per dare servizi per la crescita della gente presso i trecento sportelli operanti con rendimenti più che proporzionali e in proiezione del mercato».

Che cosa si dovrebbe fare?

«Bisogna fare ancora tanto, intervenendo di più nei segmenti dei depositi, prestiti ai giovani, e famiglie ed imprese. I prestiti spingono l’economia dei territori danno quella spirale positiva che consentono di scaricare il benessere che dovrebbe consentire ai giovani di rimanere al Sud e di guardare con fiducia alle nuove generazioni, accompagnandole nello studio, lavoro e guardando alla famiglia».

Quello che manca è dunque un nuovo modello di crescita...

«Sì, un modello che non ha come obiettivo solo il profitto ma lo sviluppo imprenditoriale e del territorio mettendo al centro la qualità delle idee e delle persone. È un modello che non vuole essere solo una filosofia legate al credito, bensì un valore che mette al centro la persona ed i suoi bisogni. Non è più tempo di combattere l’algoritmo pensando solamente al profitto. Come federazione delle Bcc stiamo già affrontando questi temi, a metà giugno ci confronteremo sull’utilità delle banche di comunità dove i clienti ed i soci non vengono giudicati per il valore del conto ma valutati per la loro storia e per il loro futuro. In questo le Bcc che erogano in Italia il 25 per cento dei finanziamenti agli artigiani ed alle imprese al di sotto dei dieci dipendenti rappresentano un baluardo di democrazia finanziaria, come ha riconosciuto recentemente il presidente Mattarella all’assemblea nazionale di Federcasse Bcc, riconoscendo a queste ultime un ruolo fondamentale per la crescita del Paese».

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