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15 Maggio 2024 - 09:32
NAPOLI. Fondi europei, punto e a capo. Nello scontro che da mesi contrappone Vincenzo De Luca (nella foto a sinistra) al Governo nazionale, irrompe la sentenza della IV sezione del Consiglio di Stato. Il governatore prima va all’attacco, poi in serata usa toni concilianti nei confronti del ministro Raffaele Fitto (nella foto a destra). Ma andiamo con ordine. La sentenza ha sancito l’obbligo del Ministero per il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr «di definire il procedimento di stipula dell’accordo di coesione con la Regione Campania per la destinazione dei fondi». E fin qui nulla di nuovo.
IL RICORSO. La Regione aveva presentato un ricorso al Tar in merito al ritardo nella firma dell’accordo, ottenendo una sentenza favorevole con l’invito al Ministero a definire l’intesa in 45 giorni, decisione rispetto la quale il ministro Raffaele Fitto aveva presentato ricorso. Ma il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso con la compensazione delle spese tra le parti.
IL NODO DEI FONDI GIÀ ASSEGNATI. Il Consiglio di Stato ricorda che «si tratta dei fondi già assegnati alla Regione Campania con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile». Tecnicamente, il massimo organo della giustizia amministrativa ha ritenuto che l’obbligo del Ministero «sussiste anche quando la legge dispone che vada concluso un accordo con carattere paritario e bilaterale, in quanto tale meccanismo presuppone una attiva e leale cooperazione tra lo Stato e la Regione, che deve comunque condurre alla definizione, da parte dello Stato, del procedimento di assegnazione delle risorse».
ORA 45 GIORNI PER L’ACCORDO. Il risultato è che Fitto avrà ora 45 giorni di tempo per concludere il procedimento e prendere posizione sulla sussistenza di tutte le condizioni richieste dalla legge per la stipula dell’accordo di coesione.
«RISULTATO DELLA BATTAGLIA DI CIVILTÀ DELLA CAMPANIA». Appresa la notizia, ovviamente De Luca non manca di accoglierla con grande soddisfazione. Il governatore parla di una «straordinaria vittoria» dopo mesi di polemiche e scontri, spiegando che il Consiglio di Stato «ha confermato pienamente le tesi della Campania, ha censurato i ritardi, e stabilisce l’inaccettabilità delle procedure messe in campo dal Governo».
«BASTA VERGOGNOSI PRETESTI». Lo “sceriffo” attacca duramente, augurandosi «che a questo punto sia terminata la lunga e vergognosa catena di pretesti, di dilazioni, di ritardi strumentali, che ha penalizzato e penalizza le imprese, le famiglie, i Comuni della Campania».
FITTO: NESSUN CAMBIAMENTO. La replica di Fitto arriva in serata. Il ministro giudica «incomprensibili le reazioni festanti alla sentenza del Consiglio di Stato. La sentenza, che pure contiene alcuni “elementi singolari”, non modifica in alcun modo l’iter di definizione dell’accordo per la coesione tra la Presidenza del Consiglio e la Regione Campania», assicura il titolare del Sud. Che spiega: «Il Consiglio di Stato si limita ad assegnare un termine di 45 giorni per la conclusione dell’istruttoria, lasciando ovviamente alla discrezionalità delle parti la decisione finale sulla opportunità o meno di definire l’accordo».
DE LUCA: FIRMIAMO IN CLIMA DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE. È a quel punto che De Luca frena e in tono conciliante dice: «Credo sia nostro dovere arrivare a una rapida conclusione in un clima di solidarietà nazionale e di rispetto reciproco. Comprendiamo che di tutto hanno bisogno le nostre famiglie, meno che di tensioni e incertezze. Anche trasmettere serenità alla nostra gente è un dovere che deve accomunare tutti noi».
I COSTRUTTORI: ORA FITTO FACCIA IN FRETTA. In pressing su Fitto vanno però i costruttori di Ance Campania. Il presidente, Luigi Della Gatta, spiega che «è necessario ora che il ministro si assuma la responsabilità», avvertendo che «ulteriori ritardi determinerebbero ulteriori danni e ulteriore nocumento per le imprese». Per Michele Schiano Di Visconti, coordinatore provinciale di FdI a Napoli, «De Luca ha ben poco da festeggiare, la sentenza altro non fa che assegnare un termine di 45 giorni».
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