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01 Giugno 2024 - 08:55
NAPOLI. Quella di Giorgia Meloni a Caivano è stata «una performance un po’ volgare, studiata a tavolino. Ha fatto tutto lei. Abbiamo avuto la conferma di una sensazione di inadeguatezza della presidente del Consiglio per il suo ruolo, è presidente del Consiglio a sua insaputa». È un nuovo, durissimo attacco quello che Vincenzo De Luca (nella foto) scaglia all’indirizzo della premier.
LO SCONTRO A CAIVANO. Il riferimento è a quanto accaduto a Caivano nel corso della visita effettuata dalla premier che, al momento dei saluti, si era presentata come «quella stronza della Meloni». Il riferimento era stato a un insulto che De Luca le aveva riservato quando, durante una manifestazione a Roma contro l’autonomia differenziata, le aveva detto: «Lavora tu, stronza». Parole che erano state però “rubate” al governatore campano da una telecamera a Montecitorio.
«LE ISTITUZIONI NON SONO UNA SEZIONE DI PARTITO».De Luca accusa la premier di non aver capito «che rappresenta tutti gli italiani e si trova in una istituzione un po’ diversa da una sezione di partito». De Luca respinge quindi l’accusa di aver attaccato Meloni per una questione di sessismo. Tutt’altro, spiega: «Ho criticato il presidente del Consiglio per ragioni politiche. La donna non c’entra nulla», si difende nel corso della sua tradizionale diretta social settimanale. «Ho espresso la mia critica per l’incapacità di governo della Meloni e del suo Governo - rincara De Luca - e per l’inadeguatezza manifesta nelle sue funzioni di presidente del Consiglio».
ACCUSE DI SESSISMO INVENTATE. Insomma, per De Luca le accuse di sessismo sarebbero inventate di sana pianta: «Per riparare l’episodio francamente penoso di Caivano - accusa - Meloni si inventa di aver subito un attacco sessista. Ancora una volta, fa tutto lei, con le sue mani. Si inventa tutto. Non so che film abbia visto», chiosa il governatore.
DALLA ZES ALLA SANITÀ. Poi De Luca torna a fare tutto l’elenco delle questioni che da mesi lo contrappongono al Governo, precisando quindi che «ho criticato e critico l’onorevole Meloni per il fatto che i fondi sviluppo e coesione sono bloccati da un anno. La critico per la Zes unica meridionale, che dopo 6 mesi non ha mosso una foglia. Critico perché non fanno nulla per la sanità pubblica. Per tranquillità del presidente del Consiglio le comunico che da oggi in poi ridurrò la mia comunicazione a una sola domanda: quando firmi l’accordo di coesione con la Regione Campania?». Si tratta degli oltre 5 miliardi di euro di fondi europei che spettano alla Campania.
«LA CAMPANIA DOVEVA ESSERE LA PRIMA A FIRMARE». «È la domanda - prosegue De Luca - che sto rivolgendo da mesi al ministro Fitto, il quale ci ha raccontato che hanno chiuso gli accordi con 16 o 17 Regioni, il che è un’aggravante, non un’attenuante. La Campania doveva essere la prima a firmare».
«SFIDO MELONI A UN DIBATTO PUBBLICO». Il presidente della Campania lancia quindi il suo guanto di sfida alla premier rivolgendole un invito: «Facciamo un bel dibattito pubblico sui fondi di coesione e sull’attività della Campania, le spiego quanti primati ha raggiunto la Campania e lei non lo sa. Io non sono candidato alle europee, non ci sono problemi di par condicio, non si prende collera nessuno. Parliamo del Sud, della coesione, della sanità», chiede De Luca.
«MELONI PARLA DA SOLA». Tutto l’intervento di De Luca è caratterizzato da toni durissimi: «La premier non si confronta con nessuno, parla da sola, non offre al mondo dell’informazione la possibilità di fare domande», è l’altro attacco frontale. E aggiunge: «Ogni volta i giornalisti mi fanno domande di tutti i tipi. E rispondo. Si fa così…».
«FACCIA PURE TELEPIPPE MA NON SCAPPI». «Puoi fare Telemeloni, Telepippe, ma - sintetizza De Luca - almeno una volta al mese presentati in maniera libera di fronte ai giornalisti. Presentati al confronto pubblico, senza scappare».
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