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06 Giugno 2024 - 08:14
CLASSIFICA TASTE ATLAS. Napoli è terza dietro Roma e Bologna. Marino: «La nostra biodiversità è unica». Della Notte, Agrillo e Rotenni: «La cucina partenopea è di eccellenza, anche il turismo lo dimostra»
NAPOLI. È Roma la città dove si mangia meglio in Italia. Alle sue spalle, Bologna e poi Napoli che conquista il cucchiaio di bronzo di Taste Atlas che ha stilato una classifica delle migliori destinazioni italiane per il cibo. La Campania però sale sul podio più alto delle regioni dove si mangia meglio. Senza comunque nulla togliere alla cucina romana che ha avuto nell’antichità grandi disponibilità di produzioni agricole, i napoletani ritengono severo il giudizio sulla loro cucina che da secoli racchiude il sé i profumi del mare e delle colline contrassegnati dai cinque sensi, risultato di pietanze gastronomiche greche, romane e delle successive denominazioni fino ad evolversi. Una cucina che è entrata nell’arte, ispirando poeti, musicisti, scrittori. Come si può trascurare quell’autentico capolavoro della descrizione del ragù di Eduardo?
Ed oggi a casa, al ristorante o nei templi dello street food della città antica, la cucina partenopea ti rapisce con i suoi sapori, colori e profumi. Francesca Marino, docente di Nutrizione ed educazione alimentare presso il Suor Orsola Benincasa, è critica sulle classifiche che di volta in volta vengono stilate da organismi che trovano nei media grande amplificazione. «Napoli è una diva perché fa sempre notizia, e quando non è prima è quella che fa più notizia della prima. Le classifiche però lasciano il tempo che trovano», afferma la docente. «Non solo la città partenopea, ma l’Italia ha una cucina che è tra le migliori al mondo. La stessa biodiversità di cui gode la Campania è unica ed è quella che troviamo nei piatti, autentico specchio del territorio, che si fregia del maggior numero di chef stellati in Italia. È una cucina che trova il giusto equilibrio tra ingredienti e creatività assecondando quell’umanesimo culinario che identifica la storia del territorio».
Protagonista di questa arte sono i templi della cucina locale sia per qualità degli ingredienti, sia per il servizio offerto. «Premesso che ogni gastronomia va rispettata e quella del posto è la sintesi del proprio territorio, quella napoletana non è meno blasonata della cucina romana o bolognese. E poi, con quali criteri e modelli vengono stilate queste classifiche?», si chiede Antonino Della Notte, presidente dell’Aicast. «I numeri sul turismo ci danno ragione. La gente viene a Napoli non solo per le sue bellezze ma anche per gustare la cucina, i prodotti tipici della Dieta mediterranea e del territorio, la sua pasticceria. A Napoli si mangia bene, e si spende anche bene rispetto alle altre località».
Anche la pasticceria non è seconda a nessuno in Italia. Ad affermarlo, Pasquale Agrillo, di Agrillo in via Giordano Bruno: «A livello artigianale la pasticceria napoletana non è seconda a nessuno, non ha rivali. È una pasticceria ultracentenaria, nata negli antichi monasteri napoletani. La nostra, come tante altre, è la storia di una famiglia che con amore continua a sfornare delizie con metodi artigianali. Poche attività in città hanno raggiunto un traguardo del genere e pertanto anche l’arte pasticciera appartiene di diritto al made in Italy, a quel brand dei peccati di gola che a Napoli trova la sintesi ideale». Infine, Maurizio Rotenni de La Bella Figliola a piazzale Tecchio: «A Roma si mangia meglio? Quanti bengalesi o egiziani lavorano ai fornelli nei ristoranti nella capitale a Bologna? Senza nulla togliere alla loro bravura nel confezionare i piatti, quale rapporto culturale hanno con i piatti della tradizione locale?».
Mozzarella e altri piatti tipici tra i più gettonati sulle tavole. Se non si può immaginare la lingua italiana senza la Toscana, allo stesso modo non si può pensare alla cucina del Belpaese senza i piatti e i prodotti tipici della Campania. Dalla mozzarella di bufala, alla pastiera, la regione e, soprattutto Napoli, sono una vera superstar gastronomica, con i loro sapori, le emozioni dei profumi inconfondibili delle ricette identitarie della Dieta mediterranea, intendendo così la cucina del Sud di cui la regione è depositaria storica. Non è dunque una novità che i piatti e le ricette campane siano sul podio tra i più desiderati dagli italiani secondo HelloFresh, il servizio di box ricette a domicilio su un’analisi effettuata su base Google.
«Per noi non è una novità: quello che inviamo a casa di famiglie e diportisti da sempre è un contenitore con tutto l’occorrente per cucinare il contenuto sui propri fornelli, evitando loro l’alternativa di andare al supermercato. Noi forniamo la base gustosa e sana, ma sono sempre più i clienti che ordinano un servizio delivery di piatti pronti della tradizione napoletana», afferma Antonio Arfè, titolare dell’Antica Gastronomia Arfè a Santa Maria in Portico. «È un’attività che ci ha permesso di diversificare la nostra attività, soprattutto dopo la pandemia. Oggi cuciniamo le ricette della tradizione e tutto ciò che riguarda il mare su richiesta di clienti di Chiaia: l’occasione sono i venticinque anni di matrimonio, feste su barche per compleanni e lauree. È un’attività in costante crescita anche perché sono aumentati i diportisti che si fermano in rada per trascorrere qualche giorno in città e la maggior parte preferisce gustare le specialità comodamente a bordo.
Per chi scende in mare invece con imbarcazioni a gomma prepariamo l’occorrente per panini per un pranzo veloce ma con prodotti della tradizione napoletana e piatti rivisitati con il binomio cucina-mare». E Giuseppe Marzio, titolare Bar Pasticceria Franco: «Negli ultimi tempi sono aumentate le richieste di come si prepara un babà e la sfogliatella, che sono con la pastiera i dolci più richiesti da turisti che pernottano in zona e chiedono di conoscerne la composizione. Ci chiedono perché il babà ha per esempio un gusto alla Ferrovia e al Vomero un altro e noi spieghiamo che la differenza è nell’aroma e nel burro fresco che lo rende più leggero. Le maggiori richieste vengono però per la pastiera: ci chiedono anche la ricetta per prepararla nella propria cucina di casa, ma nella maggior parte dei casi provvediamo ad inviarla fuori regione, soprattutto al Nord. Insieme alla confezione inviamo anche la ricetta per chi intende cimentarsi. Ma presso le mura domestiche non è semplice. Ecco perché aumentano le richieste a società per servizi a domicilio, come HelloFresh».
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