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06 Novembre 2017 - 15:27
Grazie alle testimonianze dei profughi. Sull'imbarcazione i corpi di 26 donne
Sono state le dichiarazioni dei migranti giunti a Salerno a bordo della nave "Cantabria" a consentire l'identificazione dei due presunti scafisti fermati dalla Squadra Mobile e dal Nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto di Salerno. I due fermati sono di origine egiziana e libica. Le indagini coordinate dalla Procura di Salerno guidata dal procuratore Corrado Lembo hanno consentito di raccogliere nei confronti dei due fermati "gravi indizi di colpevolezza". I due avrebbero trasportato almeno 150 persone a bordo di un gommone poi intercettato in acque internazionali dalla nave spagnola Cantabria, che ha provveduto al salvataggio dei migranti. Almeno 10 migranti che viaggiavano a bordo del gommone intercettato dalla nave Cantabria, giunta ieri mattina al porto di Salerno con a bordo 400 migranti e le salme di 26 donne, sono caduti in acqua a causa delle avverse condizioni del mare e sono ancora dispersi. E' il drammatico particolare emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Salerno ed eseguite dalla Squadra Mobile e dalla Capitaneria di Porto culminate nell'esecuzione di due decreti di fermo nei confronti di altrettanti presunti scafisti di origine rispettivamente egiziana e libica. Il particolare della caduta in mare dei 10 migranti è stato ricostruito grazie alle dichiarazioni dei migranti giunti a Salerno a bordo della nave Cantabria, che hanno collaborato con gli investigatori permettendo anche l'individuazione dei due presunti scafisti, che trasportavano circa 150 persone a bordo di un gommone poi intercettato in acque internazionali dalla nave spagnola. Si è trattato del primo dei quattro interventi di ricerca e soccorso eseguiti dalla nave Cantabria che ha raccolto in tutto oltre 400 migranti e i corpi senza vita di 26 donne.
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