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23 Gennaio 2018 - 17:49
“No alla violenza sulle donne". È stato questo uno degli ultimi messaggi affidati a Facebook da Anna Carusone, moglie di Davide Mango, il 47enne che ieri a Bellona ha ucciso la donna e si è suicidato dopo aver tenuto per ore sotto scacco le forze dell'ordine ferendo lievemente 4 persone, tra cui il capitano della stazione dei Carabinieri di Vitulazio, a colpi di fucile esplosi dal balcone della sua abitazione. Una situazione familiare di forte conflittualità che, secondo gli investigatori, era presente da tempo in casa e che potrebbe essere la causa principale di quanto avvenuto ieri. Ha rischiato la vita anche la figlia 14enne dei due, riuscita a fuggire dall'abitazione e a mettersi in salvo giusto in tempo, prima che la follia omicida del padre prendesse il sopravvento su tutto e tutti. E risuona oggi come una richiesta mancata di aiuto quella della donna che, a novembre scorso, su Facebook aveva aggiunto il messaggio "No alla violenza sulle donne" a una foto che la ritraeva sorridente nei pressi di una spiaggia.
Ma gli investigatori della Procura di Santa Maria Capua Vetere sono ancora al lavoro per individuare con esattezza le ragioni dell'omicidio-suicidio, se sono effettivamente legate ai litigi in famiglia o se ha giocato un ruolo più o meno rilevante la ricerca di un lavoro che non arrivava per Davide Mango, guardia giurata da tempo disoccupato. Fondamentale in questo senso sarà il contributo della figlia 14enne, oggi ancora sotto choc e che sarà ascoltata dagli inquirenti nei prossimi giorni.
Non risultano denunce sporte da Anna Carusone nei confronti del marito Davide Mango. Lo precisa la Procura di Santa Maria Capua Vetere spiegando che «questa Procura non è mai stata investita delle vicissitudini afferenti i due coniugi e dell'eventuale conflittualità esistente fra i medesimi». La precisazione è legata a quanto avvenuto ieri a Bellona, nel Casertano, dove il 47enne Davide Mango ha ucciso la moglie per poi barricarsi in casa, ferendo con colpi di fucile esplosi dal proprio balcone 4 persone. «La tragicità degli eventi - dichiara il procuratore Maria Antonietta Troncone - impone ancora una volta di ribadire che, a fronte di eventuali situazioni di conflittualità, venga operata una denunzia da parte delle donne interessate, onde consentire l'emersione di situazioni di violenza domestica e far sì che vi possa essere il pronto intervento delle forze dell'ordine, dei servizi sociali operanti sul territorio e dell'autorità giudiziaria».
«Solo l'emersione di tali fenomeni e l'intervento delle forze dell'ordine e della magistratura possano consentire che eventi del genere, per quanto possibile, vengano scongiurati nel futuro», sottolinea il procuratore Maria Antonietta Troncone. La Procura ribadisce di perseguire «l'obiettivo della massima tempestività nel dare una risposta ai casi di violenza familiare oggetto di denunzia» e ricorda di aver «sottoscritto un apposito protocollo con le forze dell'ordine e con gli enti operanti nel settore che consente di realizzare un'efficace rete di sostegno alle vittime onde consentire alle medesime di superare qualsiasi remora nell'emersione delle vicende che le riguardano e di essere accompagnate nel percorso di denuncia e di affrancamento dalla violenza».
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