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18 Maggio 2018 - 18:31
Appello di ingegneri e geologi riuniti oggi a Castellammare di Stabia
CASTELLAMMARE DI STABIA. Rilanciare i presìdi territoriali contro il rischio idrogeologico. Questo l’appello di ingegneri e geologi riuniti oggi a Castellammare di Stabia, alla Reggia di Quisisana, per il convegno “La gestione del rischio idrogeologico: criticità e prospettive”, organizzato dall'Ordine degli ingegneri di Napoli - presieduto da Edoardo Cosenza - di concerto con l'Ordine Regionale dei geologi e associazioni locali delle professioni tecniche. L’appuntamento ha concluso il ciclo di tre incontri sul territorio vesuviano che aveva per tema “Convivere con i rischi naturali”, in cui sono stati analizzati anche i problemi connessi al rischio sismico e vulcanico.
Per fronteggiare il rischio idrogeologico fu sviluppato negli anni scorsi in Campania un progetto molto interessante: quello dei presìdi territoriali, da istituire in ogni Comune o accorpando centri più piccoli, che avrebbe impegnato anche professionisti. Il progetto si è poi fermato.
«Quello dei presidi territoriali è un progetto che va assolutamente ripreso – afferma il Presidente dell'Ordine degli ingegneri di Napoli Edoardo Cosenza – per la sicurezza del territorio e soprattutto dei cittadini». Nel 2014, in virtù di convenzioni stipulate tra la Regione Campania e gli Ordini professionali, era già partita la prima fase per la formazione di geologi e ingegneri da impegnare in queste strutture (una coppia per ogni presidio). Avrebbero dovuto affiancare gli uffici tecnici comunali durante le emergenze legate a questioni idrogeologiche o sismiche. Era un punto di partenza importante - è stato ribadito - per salvaguardare un territorio come quello campano in cui il rischio idrogeologico è elevatissimo, specie per la presenza di materiale piroclastico depositato dal Vesuvio. I professionisti riuniti a Castellammare, ingegneri e geologi, auspicano ora che il progetto venga ripreso e sviluppato. Nel suo intervento il Presidente Cosenza ha inoltre sottolineato che il rischio idrogeologico nella provincia di Napoli è strettamente connesso all'eruzione del Vesuvio del 79 dC. In particolare la zona più esposta a colate di fango è proprio la costiera a Sud-Est del Vesuvio perché proprio in quell'area si depositarono - per effetto dei venti - enormi quantità di materiali piroclastici derivanti dall'eruzione di duemila anni orsono. Questi materiali, per nulla coesi, possono trasformarsi in fango a causa di piogge anomale.
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