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17 Luglio 2018 - 20:59
Il presidente dell'Anac testimone nel processo che vede imputato l'ex ministro delle Telecomunicazioni
SANTA MARIA CAPUA VETERE. «Nel 2002, quando il boss di Mondragone Augusto La Torre era già in cella ma non aveva ancora deciso di collaborare, Mario Landolfi (allora deputato di An) mi contattò per parlarmi del tentativo di estorsione subito da un imprenditore ad opera di un uomo di La Torre. Su mio consiglio l'imprenditore denunciò il suo estorsore ai carabinieri, che lo arrestarono e da allora iniziò il declino del clan». Affermazioni rilevanti quelle rilasciate al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dal presidente dell'Anac Raffaele Cantone, sentito come testimone al processo che vede imputato l'ex ministro delle Telecomunicazioni ed ex deputato di An e Pdl Mario Landolfi, accusato di corruzione e truffa con l'aggravante mafiosa. Landolfi oggi, in aula, ha annunciato la sua rinuncia alla prescrizione per i vari capi di imputazione. «Landolfi contribuì a smantellare il clan La Torre?» chiede l'avvocato Michele Sarno, difensore dell'imputato. «Ci mise in contatto con l'imprenditore, che poi lasciò Mondragone e fu inserito nel programma di protezione» risponde l'ex pm.
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