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09 Luglio 2015 - 12:34
NAPOLI. In Campania il tumore del polmone colpisce ogni anno circa 3.820 persone (40.000 in tutta Italia). È la terza neoplasia più frequente ma gli italiani non sembrano essere ben informati sulle cause: 8 cittadini su 10 non sanno che il fumo passivo può provocare la malattia. Una diffusa ignoranza che preoccupa, visto che la metà (il 49%) ammette di accendersi spesso una “bionda” in presenza di bambini. E per il 43% smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare questa patologia. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio condotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) su oltre 3.000 cittadini. L’indagine è presentata oggi all’Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli e fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sul tumore del polmone. L’iniziativa, promossa dall’AIOM con il patrocinio della Fondazione “Insieme contro il Cancro” e dell’associazione di pazienti “WALCE” (Women Against Lung Cancer in Europe), prevede un tour in otto regioni ed è realizzata con il supporto di Boehringer Ingelheim. «Il cancro del polmone si caratterizza di un forte stigma sociale - afferma il dott. Nicola Normanno, Direttore del Dipartimento di Ricerca dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli -. Il 59% degli intervistati ritiene che chi è colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un tabagista, sia ‘colpevole’ della sua condizione. In Campania il 22,9% della popolazione fuma regolarmente. Si tratta di un dato superiore alla media nazionale (20,9%). Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei tumori del polmone. E il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e Istituzioni». L’AIOM ha realizzato anche un’indagine fra i propri soci e in tutti i centri di oncologia della penisola sono stati diffusi due opuscoli informativi: uno sui danni del fumo passivo (e attivo), da distribuire anche negli ambulatori dei medici di medicina generale, l’altro su come affrontare al meglio questa neoplasia, destinato ai pazienti e ai familiari. Il bisogno di informazione è molto alto: l’89% degli intervistati vorrebbe, infatti, ricevere maggiori notizie sulla malattia e per il 72% servono più campagne di prevenzione. Il fumo passivo rappresenta il principale fattore inquinante degli ambienti chiusi e provoca nel mondo oltre 600.000 morti l’anno. «Il 25% della popolazione italiana è esposto ai suoi rischi - afferma il dott. Alessandro Morabito Direttore dell’Oncologia Medica Toraco-Polmonare del Pascale -. Sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo così è possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone più a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini”».
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