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porta nolana
24 Giugno 2024 - 12:37
De Luca con De Gregorio e Parra
NAPOLI. A quasi cinquant’anni dall’inaugurazione, il terminal della Circumvesuviana di Porta Nolana si rifà il trucco con un intervento da sette milioni e mezzo finanziato con le risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014/2020: accessibilità attraverso ascensori a persone con mobilità ridotta; razionalizzazione dei flussi di ingresso in entrata e uscita; completo rifacimento del piano biglietteria esistente. Il tutto mentre è in corso la firma del contratto per la realizzazione della trincea ferroviaria tra le stazioni di Porta Nolana e piazza Garibaldi, con un finanziamento di cento milioni per il primo lotto, con la creazione di un percorso pedonale. Il secondo lotto da 200 milioni prevede il raddoppio dei binari, da quattro a otto, con la stazione Eav di piazza Garibaldi che sarà nodo di interscambio della rete con l’hub Napoli Rfi. Inoltre, all’esterno della stazione è stata posizionata una sezione del nuovo treno Stadler a grande reale. E nel piazzale antistante la stazione sono stati esposti tre degli ultimi autobus ricevuti con la Regione che tramite Acamir fino ad ora, e nel solo anno in corso, ha in consegna 61 mezzi.
«È una stazione inaugurata quasi cinquant’anni fa dall’allora presidente del Consiglio Aldo Moro - dice il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio -. Con il restyling diamo un aspetto moderno rispettando la tradizione. Questo è un primo passo verso quel progetto complessivo che prende il raddoppio dei binari di piazza Garibaldi che diventerà il vero terminale della Circumvesuviana». E ancora: «C’è un passaggio intermedio con lo stanziamento di cento milioni per la creazione di un grande boulevard che la Regione Campania donerà, attraverso Eav, al Comune di Napoli». Sulle proteste degli utenti, De Gregorio è chiaro: «Qui con noi c’è il direttore generale di Stadler, il primo treno nuovo arriverà “fisicamente” a settembre e siamo vicino al traguardo di 56 convogli nuovi. I lavori si devono fare per la sicurezza degli utenti. Rfi quest’estate chiude 60 linee in tutta Italia, alcune anche qui, e nessuno protesta. Come mai questo succede solo con noi? I pendolari si lamentano perché i treni sono lenti: hanno ragione. Ma quello che non condivido sono le proteste strumentali».
Dal canto proprio, il governatore Vincenzo De Luca è chiaro: «Stiamo facendo uno sforzo gigantesco per avere per l'area vesuviana corse con un frequenza di 12 minuti. Restano bloccati 200 milioni di euro perché è fermo l’accordo di Coesione per cui stiamo combattendo da un anno con il governo Meloni». E chi gli chiede se stringerebbe la mano alla premier alla stipula dell’accordo, il numero uno di Palazzo Santa Lucia è chiaro: «Io stringo la mano anche al diavolo, basta che firmi l’accordo di coesione e ci metta in condizione di lavorare. Sono arrivato al punti che neanche chiedo le cose per l’insulto ricevuto il 16 febbraio quando manifestammo a Roma contro l’autonomia differenziata e del quale il mondo dell’informazione non si è accorto. Sono pronto a stringere la mano e ad abbracciare tutti. Ovviamente in privato…». E sull’autonomia differenziata De Luca ribadisce che «bastano tre emendamenti: stesse risorse pro capite per la sanità, stesso numero percentuale di dipendenti nella sanità pubblica, divieto di fare contratti integrativi regionali. Se approviamo questi tre emendamenti possiamo andare avanti comunque». E ancora: «Agli amici del Nord, dico che se davvero vogliamo essere intellettualmente onesti, se hanno un contenuto le cose che dicono, che non vogliono penalizzare il Sud, approvino questi tre emendamenti, Poi, appena sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, chiederemo di partecipare al confronto con il governo, ma sulla linea della Regione, che è l'opposto dell'autonomia differenziata, che io ho definito il controrisorgimento, e cioè per chiedere l'attribuzione alla Regione delle competenze che servono a evitare passaggi burocratici inutili. L'approvazione dei piani paesaggistici, le norme sugli impianti energetici, la portualità le possiamo fare anche domani mattina, d'accordo con le Regioni del Nord, per modernizzare l’Italia. Ma autonomia differenziata no, per nessun motivo».
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