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Nel casertano
02 Luglio 2024 - 21:05
Gi ordigni rinvenuti dai carabinieri a Francolise, nel Casertano
Il blitz dei carabinieri di Capua
CASERTA. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nel complesso di circa 400 metri quadrati a Francolise, nel Casertano, completamente recintato, si sono trovati davanti a una vera e propria santabarbara. Al suo interno, infatti, erano stati stipati oltre 135mila ordigni esplosivi, potenzialmente utilizzabili anche per attentati dinamitardi, e polveri da sparo per un peso di oltre 8mila chili. Il valore commerciale al dettaglio stimato è superiore ai 2 milioni di euro.
ANCHE ORDIGNI TIPO IED. In particolare, i militari casertani hanno sorpreso quattro persone, di cui un 47enne napoletano di Calvizzano, un 42enne casertano di Sparanise e due nigeriane, una 38enne e una 35enne, entrambe residenti a Castel Volturno, sempre in provincia di Caserta, mentre erano intente a produrre e confezionare ordigni esplosivi anche del tipo Ied, acronimo di (Improvised explosive device), progettati proprio per commettere attentati dinamitardi. Il materiale pirotecnico sequestrato è risultato essere del tipo improvvisato, sprovvisto di qualsiasi autorizzazione e privo di sistemi di sicurezza individuale e antincendio. La fabbricazione e la manipolazione, come accertato dai militari, avveniva su banchi di circostanza e il caricamento degli ordigni mediante il riempimento dei cilindri, con disseminazione di componenti delle miscele sul pavimento.
C'ERANO ANCHE TRITOLO E PENTRITE. Insomma, le condizioni di “lavoro” erano pericolosissime: tra le sostanze esplosive rinvenute, anche quelle che contengono nella loro molecola comburente, ossia l’ossigeno, come il tritolo, il T4 e la pentrite, la cui combustione produce enormi quantità di gas ad altissima pressione che si espandono in maniera pressoché istantanea ad una velocità che va da mille a 9mila metri al secondo, idonee a provocare un elevatissimo effetto dirompente e distruttivo. Gli indagati sono accusati di detenzione illegale di esplosivo. Data la quantità e pericolosità del materiale, si è reso necessario l’intervento dei carabinieri del Nucleo artificieri antisabotaggio di Napoli che, con le dovute cautele, hanno provveduto a catalogare e porre tutto sotto sequestro.
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