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Il dibattito
07 Luglio 2024 - 10:04
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
NAPOLI. «Se tolgono alla Campania 200 milioni di euro nel fondo di riparto nazionale per la sanità, non è che poi possiamo fare la battaglia per l’efficienza. O se ci tolgono il personale sanitario». Evoca una sorta di immagine del pugile chiamato a combattere con le mani legate dietro la schiena Vincenzo De Luca (nella foto). Lo fa per rilanciare la battaglia contro la legge sull’autonomia differenziata che ormai sta per entrare nella sua fase più calda: quella del referendum abrogativo.
«LA NOSTRA LINEA È BUROCRAZIA ZERO». Il governatore della Campania resta in prima linea, e ora che può contare anche sulla tregua con Elly Schlein all’interno del suo partito, può dirigere tutte le sue forze nela battaglia contro la legge. Tuttavia, il governatore campano non intende lasciarsi ingabbiare nell’immagine del “signorno” e basta, per questo, accanto alla lotta contro la legge fortemente voluta dalla Lega, spiega che «noi dobbiamo avere un’altra linea, che è quella che segue la Regione da sempre. La nostra linea è burocrazia zero».
BATTAGLIA SU DUE FRONTI. Si tratta di un modo per dare sostanza alla proposta al fianco della protesta. «Stiamo spiegando, anche agli amici del Nord, che la nostra battaglia è su due fronti, contro l’autonomia differenziata, che aumenta il divario Nord-Sud, ma anche contro la palude burocratica romana - afferma De Luca - interpretata al meglio dal governo Meloni, che sta dando un esempio clamoroso di burocratismo e di inefficienza».
IL REFERENDUM E L’INCOGNITA QUORUM. Domani il consiglio regionale della Campania voterà per la richiesta di indizione del referendum abrogativo sul ddl Calderoli, mentre ieri è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale l’annuncio della richiesta di referendum avanzata dai partiti di opposizione e sindacati. Ma su tutto c’è l’incognita del quorum, tutt’altro che semplice da raggiungere.
«ZES UNICA, FINORA NEANCHE UN’AUTORIZZAZIONE». Parole che De Luca pronuncia in occasione dell'avvio dei lavori per la riqualificazione ambientale ed urbanistica dell’ex Cava D’Agostino a Brignano, in provincia di Salerno. «Pensiamo - spiega ancora il presidente della Regione - a quello che è successo per la Zes unica nazionale, hanno sciolto le Zes regionali che funzionavano benissimo, almeno la nostra. La Zes nazionale, in sei mesi, non ha rilasciato una autorizzazione per una impresa. Una cosa scandalosa».
LA SFIDA DELL’EFFICIENZA SÌ, MA SOLO A PARI CONDIZIONI. Insomma, spiega De Luca, dalla Campania arriva «una battaglia contro l’autonomia differenziata e per l’unità d’Italia, avendo chiarito a tutti che siamo pronti per la sfida dell’efficienza nei confronti di tutti, a condizione che partiamo ad armi pari. Se tolgono alla Campania 200 milioni di euro nel fondo di riparto nazionale per la sanità, non è che poi possiamo fare la battaglia per l’efficienza. O se ci tolgono il personale sanitario. Se abbiamo pari condizioni di partenza, siamo pronti a fare la sfida con chiunque e vi posso garantire che siamo davanti anche alle Regioni del Nord».
LO SCONTRO SUI FONDI DI COESIONE UE. In materia di risorse, De Luca non può non tornare sulla questione del fondo di coesione, i circa 6 miliardi di euro europei che la Regione attende: «Dopo un anno, è tutto ancora bloccato», osserva il governatore campano. «Peli, contropeli, sapete come si fa nell’amministrazione pubblica. Si vogliono bloccare le cose, pareri e sottopareri alla scadenza delle date, l’ultimo giorno, richieste di integrazioni», rileva il governatore, secondo il quale, «dietro a questi ritardi, ci sono imprese che soffrono».
«OPERE FERME». «Il nostro programma di coesione - spiega De Luca - prevede finanziamenti importanti per i Comuni per le opere stradali. Invece, è tutto bloccato per ragioni che sono ragioni molto lontane dalla correttezza istituzionale e politica».
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