Tutte le novità
l'intervista
11 Luglio 2024 - 09:42
Simone Togni
ROMA. Simone Togni, presidente dell'Associazione Nazionale Energia del Vento (Anev), offre una panoramica critica sulle recenti normative in tema di energia rinnovabile in Italia. Le nuove norme, come il Pniec, il Decreto Legge Agricoltura e il Decreto Ministeriale Aree Idonee, pur essendo parte di un quadro legislativo più ampio, presentano rischi di incongruenze che potrebbero vanificare gli sforzi di transizione energetica.
Nonostante l’azione governativa iniziale positiva per semplificare le procedure, gli ultimi provvedimenti sollevano dubbi sulla loro efficacia. In particolare, il Dl Agricoltura e il Dm Aree Idonee rischiano di aumentare l'incertezza normativa e rallentare il progresso delle energie rinnovabili. Il settore delle rinnovabili è cruciale per la sicurezza energetica e lo sviluppo economico del Paese, ma le nuove norme potrebbero compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dal Governo. Per raggiungere i target europei, è essenziale che il governo italiano segua con coraggio la strada della decarbonizzazione, garantendo al contempo competitività dei prezzi energetici e innovazione tecnologica.
Come possono essere inquadrate le recenti norme in tema di energia?
«Le recenti innovazioni normative in tema di Fonti Energetiche Rinnovabili, devono essere inquadrate in un quadro più ampio che definisce l’attuale strategia nazionale energetica. Infatti le recenti norme il Pniec, il Decreto Legge Agricoltura e il Decreto Ministeriale Aree Idonee, sono solo gli ultimi tre provvedimenti di molti, addirittura troppi, emanati e che dovrebbero definire modalità e tempistiche di raggiungimento della transizione energetica. Inoltre altri sono “in cottura” come il testo unico delle semplificazioni, il Dm Ferx e il Dm Fer 2. In tutta questa attività normativa frenetica, talvolta tuttavia si deve registrare un rischio elevato di incongruenze che rende inutile tanto sforzo. Esempi chiarissimi di questo rischio sono il Dl Agricoltura e il Dm Aree Idonee che da un lato vietano l’installazione a terra degli impianti fotovoltaici sulla maggior parte del suolo agricolo, e dall’altro rischiano di azzerare le aree idonee con criteri assurdi senza tra l’altro definire un transitorio».
Quindi l’azione del Governo come deve essere giudicata sui temi energetici?
«Tali ultime novità, seguono ad una azione del Governo di questi primi mesi complessivamente positive, in quanto l’azione dell’esecutivo si era concentrata sulla necessità di procedere ad una ulteriore semplificazione delle procedure, in parte efficacemente raggiunta. Questi ultimi provvedimenti invece destano se non preoccupazioni certamente dei dubbi rispetto alla loro efficacia e le nuove normative. Oltre a qualche insensata iniziativa regionale (parliamo della Sardegna), stanno minando lo sviluppo e la crescita economica dell’intero comparto rinnovabile. Tra l’altro alla luce del fatto che oramai è pacifico che l’unico modo per ridurre la bolletta elettrica è aggiungere generazione rinnovabile nel mercato, queste misure rischiano di compromettere anche la competitività dell’industria e della manifattura nazionale futura. I dati del primo semestre del 2024 mostrano che il prezzo dell’energia in Italia è superiore del 38% rispetto alla Germania, del 99% rispetto alla Francia e addirittura del 139% rispetto alla Spagna. In Germania e Spagna, nel 2023, le energie rinnovabili hanno prodotto rispettivamente il 56% e il 50% dell’energia elettrica, mentre il gas ha coperto solo il 12% e il 17%. In Italia, invece, le rinnovabili hanno contribuito per il 44% e il gas per il 51%».
Quali sono i rischi di queste nuove norme?
«Il Dl Agricoltura e il Dm Aree Idonee introducono aree di rischio normativo che aumenteranno notevolmente l’incertezza nel settore. La discrezionalità delle Regioni nell’applicazione dei criteri per le aree idonee porterà a contenziosi legali e rallenterà i processi decisionali, rendendoli poco trasparenti. Le Regioni potranno anche azzerare tali aree applicando le fasce di rispetto di 7 km stabilite dal codice del paesaggio. Un esempio di ciò è la Regione Sardegna, che con la Legge Regionale n. 5 del 3 luglio 2024 ha bloccato le Fer, anche se tale norma sembra avere chiari profili di illegittimità amministrativa e costituzionale. In sostanza il rischio serio è che non raggiungeremo gli obiettivi di decarbonizzazione che lo stesso Governa ha stabilito».
Qual è oggi il peso dell’economia verde nel settore energetico?
«Oggi la produzione elettrica da Fer è circa il 42% del totale ma entro il 2030 dovremo arrivare ai due terzi del totale e entro il 2045 al 100%. Il settore delle energie rinnovabili è strategico per garantire la sicurezza energetica e sostenere lo sviluppo economico del Paese. Nel 2023, il contributo delle rinnovabili al mercato interno è stato di 10,7 miliardi di euro, con un aumento del 33% rispetto al 2022. Per mantenere questa traiettoria positiva e affrontare le sfide del mercato energetico globale, è essenziale un mix energetico che assicuri prezzi competitivi per imprese e famiglie italiane e favorisca l’innovazione tecnologica».
In conclusione cosa sarebbe necessario per raggiungere i target europei delle Fer?
«L’azione del Governo dei prossimi mesi sarà decisiva per definire il successo della politica energetica italiana dei prossimi anni e le scelte che oggi i nostri pubblici decisori sono chiamati a fare svolgeranno importantissimi effetti sul futuro del nostro Paese, l’auspicio è che possano avere il coraggio di seguire la strada della decarbonizzazione, unica che garantirebbe salvaguardia ambientale, crescita occupazionale, risposta ai mutamenti climatici e riduzione dei costi energetici oltre che una maggiore indipendenza energetica».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo