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il rapporto

Pmi, farmaceutica traino per l’export

Campania, subito dopo ci sono i comparti dell’agroalimentare e dei trasporti

Pmi, farmaceutica traino per l’export

NAPOLI. Con una quota del 27,3 per cento, la farmaceutica traina l’export dell’industria manifatturiera della Campania. Seguono l’alimentare con il 23,9 per cento ed i trasporti con il 16,8. A scalzare dal podio l’industria alimentare sono i prodotti farmaceutici che hanno guadagnato oltre dieci punti di quota, salendo dal 16,6 per cento al 27,3 di quota di export, così come l’industria dei mezzi di trasporto, che consolida il terzo posto recuperando terreno (dal 14,7 al 16,8 per cento del totale). I due settori si distinguono per le dimensioni medie delle imprese con valori più elevati ad Avellino, Napoli e Benevento per l’automotive e ancora ad Avellino, Caserta, Napoli e Salerno per il farmaceutico. In realtà, il balzo in avanti, si spiega essenzialmente con il boom della provincia di Napoli e, in particolare, delle esportazioni verso la Svizzera, casa-madre di Novartis, il cui stabilimento di Torre Annunziata è uno dei principali poli produttivi. Nel mese di febbraio del 2024 è stato annunciato un piano triennale di investimenti di 80 milioni di euro che farà lievitare la capacità di produzione da 8,1 miliardi a 10 miliardi di compresse nel 2025 e consentirà a Napoli di scalzare il quarto posto occupato oggi nel ranking provinciale per valore dell’export farmaceutico.

Prosegue invece nel suo processo di ridimensionamento (dal 6,8 al 5,6 per cento pur aumentando l’export in valore assoluto), il tessile-abbigliamento, così come il settore degli apparecchi elettrici (dal 4,2 al 3,9 per cento). Tendenzialmente stabile la quota di export per l’industria elettronica (3,2 per cento), in leggero calo la meccanica (dal 4,0 al 3,3), mentre perde quota l’industria metallurgica (dal 10,1 al 7,6). A fotografare l’andamento delle esportazioni è il Rapporto pmi di Piccola industria Campania 2023 che rileva come il trasporto marittimo sia il principale vettore delle merci, nonostante la “tempesta” nel Mar Rosso abbia costretto a ricorrere a rotte alternative, obbligando a circumnavigare l’Africa, con un aumento vertiginoso dei costi del trasporto marittimo per effetto dei 1215 giorni di navigazione da aggiungere.

Ad esempio, nella settimana del 12 gennaio 2024, l’indice di costo del trasposto via mare dalla Cina è aumentato del 120,6 per cento dalla settimana precedente. E, se si allarga l’orizzonte di analisi, i costi sono di fatto più che quadruplicati. Prendendo in analisi la distribuzione dell’export manifatturiero nelle cinque province della Campania, il boom dell’export della provincia di Napoli ne ha consolidato il primato, giungendo ora a copre oltre il 64 per cento del flusso di beni verso l’estero, in decisa crescita dai primi nove mesi del 2022 (quando la quota di Napoli è stata pari al 55 per cento). A seguire le province di Salerno (16,4) e Avellino (9,9), che precede di quasi due punti Caserta (8,1).

Marginale la posizione di Benevento, con l’1,2 per cento dell’export regionale. Alle imprese della Campania è riconducibile quasi un terzo del totale delle esportazioni del Mezzogiorno, in forte aumento dall’anno precedente. Meno gratificante è invece il confronto con il dato nazionale: la regione conferma, nonostante la crescita del 2023, la quota sul totale dell’export manifatturiero italiano, attestandosi ad appena il 2,6 per cento, a testimonianza degli ampi spazi di opportunità presenti nei mercati internazionali per le imprese campane. La performance più brillante dei primi nove mesi del 2023 è indubbiamente, come già osservato, quella del settore farmaceutico, che ha segnato un +113,5 per cento dall’analogo periodo del 2022.

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