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18 Agosto 2024 - 13:03
NAPOLI. Una stima di crescita del Pil nel secondo semestre, interscambio commerciale al primo trimestre 2024 pari ad oltre 11,2 miliardi di euro, il 32,2 per cento del totale meridionale ed in crescita del 9,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2023. Il 47,8 percento è rappresentato da esportazioni con un valore di quasi 5,4 miliardi di euro pari al 31,2 per cento del totale dell’export meridionale. Le vendite all’estero mostrano una crescita del 9,6 per cento rispetto all’analogo periodo del 2023, più intensa rispetto a quanto visto per la macroarea. Ed ancora, un numero di imprese attive pari al primo semestre 2024 a 505.793, corrispondenti al 29,3 per cento delle imprese meridionali e in crescita dello 0,6 per cento rispetto al primo semestre 2023 (-0,2% la variazione media meridionale mentre a livello nazionale si registra un -0,5%).
Continua il processo di irrobustimento del tessuto produttivo con un numero di società di Capitale pari a 150.567 (il 29,8% del totale delle imprese regionali) ed in crescita del 4,5 per cento rispetto ad un anno prima (+4% per il Sud e +3,3% per l’Italia). Un numero di occupati (a fine 2023) pari ad oltre 1,68 milioni, il 26,8 per cento del totale Mezzogiorno ed in crescita del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente. Aumentano però anche i disoccupati, raggiungendo i 355 mila (+4,7%). Il tasso di occupazione si attesta, quindi, al 35,5 per cento (37,2% nel Mezzogiorno), quello di disoccupazione al 17,4 per cento. È pertanto importante puntare su quei settori produttivi che rappresentano le forze endogene del territorio -o che lo possono diventare in futuro grazie ad opportune azioni di rilancioper una crescita futura strutturata e in grado di ridurre i gap territoriali ancora esistenti. Sono questi alcuni dati forniti dal Panorama Economico di Mezza Estate 2024 della Campania di Srm (Intesa Sanpaolo) che, sotto l’ombrellone, lancia un focus su formazione e ricerca, innovazione, ambiente e transizione ecologica, economia marittima, turismo, economia sociale ed energia.
FORMAZIONE E RICERCA. Gli analisti di Srm, rilevano che la Campania, così come tutto il Mezzogiorno, è caratterizzata da una popolazione mediamente meno istruita del resto di quella nazionale, oltre che da un considerevole livello di abbandono scolastico. In particolare, i giovani che abbandonano gli studi senza aver conseguito un titolo secondario superiore pesano per il 16 per cento sul totale e la regione è terza tra quelle del Sud per livello di abbandono (Mezzogiorno14,6%, contro una media nazionale del 10,5%). Al 2023 la Campania è terza anche nella macroarea anche se si considerano i giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni che non sono né occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione con un peso sul totale della corrispondente popolazione pari al 26,9 per cento (Mezzogiorno 24,7% e media Italia 16,1%).
INNOVAZIONE E DIGITALIZZAZIONE. Il 58,1 per cento delle imprese campane con 10 addetti e più si colloca a un livello base di digitalizzazione (adozione di almeno quattro attività digitali su 12), un valore inferiore alla media nazionale (61,3%) ma superiore a quella meridionale (55,8%). La regione è comunque prima nel Mezzogiorno per numero di pmi innovative (217) e Start up innovative (1.491), entrambe in crescita nel secondo trimestre 2024, rispettivamente del +13,6 per cento e del +3,8 per cento, trend in linea con l’Italia per quanto riguarda le imprese innovative ed in controtendenza in riferimento alle Start up innovative (Italia 7,2%).
TRANSIZIONE ECOLOGICA. La produzione pro capite di rifiuti in Campania diminuisce, seguendo lo stesso trend della macroarea (-1,5%) e, allo stesso tempo, aumenta l’interesse per la differenziazione (dal 54,6% del 2021 al 55,6% del 2022). Buona è anche la presenza di Comuni Rifiuti Free: se ne contano 83 con un peso su totale dei Comuni regionali del 15,1 per cento (media Italia 8,8%). Guardando poi alla risorsa “acqua”, la regione è quarta tra le sei del Sud per erogazioni giornaliere pro capite con 208 litri (contro i 203 litri medi per la macroarea e i 215 a livello nazionale) ed evidenzia un tasso di perdite di rete che raggiunge il 46,8 per cento (48,4% per la macroarea e 42,2% in Italia). Particolarmente sentite sono le difficoltà legate alla qualità dell’aria: le famiglie che considerano l’inquinamento della zona in cui vivono come un problema “molto e abbastanza” presente raggiungono il 43,4 per cento, contro il 33,6 per cento del Mezzogiorno e il 37 per cento dell’Italia. La Campania mostra il valore più alto anche in riferimento alla presenza di odori sgradevoli: il 28,6 per cento delle famiglie lo considera molto o abbastanza rilevante contro il 22,4 per cento delle famiglie meridionali ed il 19,3 per cento medio nazionale.
TURISMO. Nel 2023 la Campania ha registrato oltre 6 milioni di arrivi (il 24,8% del Mezzogiorno) per quasi 20,7 milioni di presenze (24%) evidenziando una permanenza media di 3,4 notti contro un dato meridionale di 3,5 notti. Il 51,2 per cento dei flussi è legato al turismo straniero che, in termini di presenze, è cresciuto del 25,6 per cento rispetto all’anno precedente con una spesa pari ad oltre 3,2 miliardi di euro (+27,2% su base annua). La componente domestica è invece cresciuta dell’8,4 per cento. Il recupero dei giorni di permanenza pre-pandemia è stato del 94 per cento nel 2023 ed avanzerà nel 2024 raggiungendo, secondo le previsioni di Srm, il 97,3 per cento grazie ad una variazione delle presenze totali del +3,5 per cento. Buoni i dati sull’offerta: con 10.273 esercizi tra alberghieri ed extra-alberghieri (il 24% del Mezzogiorno) la regione dispone di quasi 241mila posti letto (18% del Sud), in crescita rispettivamente del 13,8 per cento e del 3,2 per cento. Le strutture alberghiere ad alto stellaggio (alberghi 4, 5 e 5 stelle lusso) rappresentano il 36,3 per cento degli alberghi complessivi ed il 56,6% dei relativi posti letto, valori superiori a quelli medi dell’area pari, rispettivamente, al 34,4 per cento ed al 55,1 per cento.
ECONOMIA SOCIALE. Dall’ultimo censimento permanente delle istituzioni non profit dell’Istat emerge la debole diffusione dei luoghi del sociale: per ogni 10.000 abitanti si riscontrano 39 realtà non profit contro 61,1 in Italia; ma l’intensità è in aumento rispetto al passato (era 37,6 nel 2019 e 36,7 nell’anno 2018). Si manifestano, quindi, segnali positivi negli ultimi anni. In particolare, nel 2021 la Campania è la seconda regione italiana, dopo il Molise, per crescita del numero delle istituzioni non profit rispetto al 2019: +1,96 per cento a fronte del -0,55 per cento dell’Italia e del +0,22 per cento del Mezzogiorno.
ECONOMIA MARITTIMA. I porti della Campania costituiscono un sistema multipurpose, a servizio di un grande bacino demografico ad alta densità di popolazione, di importanti poli produttivi composti da alcune grandi aziende e di sistemi di piccole e medie imprese che si estendono in Campania ed in alcune aree della Basilicata, della Puglia e del basso Lazio. Questo complesso sistema vede la presenza di un’Autorità di Sistema Portuale, quella del Mar Tirreno Centrale, che comprende i porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, che nel segmento delle merci opera sia nel mercato dei contenitori, che in quello di alcuni settori “general cargo”, come per esempio la filiera dell’auto. Nel complesso la Campania gestisce il 6,6 per cento della movimentazione italiana di merci e il 14 per cento di quella meridionale.
ENERGIA. La Campania si colloca al terzo posto, dietro Puglia e Sicilia, per MW installati in totale tra idroelettrico, fotovoltaico, eolico e bioenergie. Per il solare fotovoltaico, la Campania è al quarto posto nel Sud per MW installati dietro Puglia, Sicilia e Sardegna arrivando a segnare a fine 2023 un totale di 1.226 MW (il 12% del totale Mezzogiorno ed il 4% del dato totale Italia). La regione è terza dietro la Puglia e la Sicilia per i MW di potenza eolica, sono 1.959 (pari al 16,5% del Mezzogiorno ed a poco meno del 16% del dato nazionale). Seconda dietro la Puglia per potenza installata nelle bioenergie (265 MW, pari al 21% ed al 6% rispettivamente della Macroarea e del dato Italia). Ma, sottolinea Srm, la disponibilità di risorse non è condizione sufficiente per garantire la crescita. “E’ necessaria una messa a terra puntando sulla capacità progettuale e sull’efficacia della spesa al fine di intraprendere un percorso di rilancio che garantisca non solo la tenuta del sistema, ma anche una nuova visione dello sviluppo orientato sempre di più ad un potenziamento delle specificità produttive ed economiche dei territori. Ed è proprio nella logica di un’efficace progettualità che bisogna tener presente tutti i punti di forza e le debolezze dell’area per garantire il successo reale e concreto delle varie iniziative
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