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Campania, spopolamento e sussidi

Più di un milione di persone in condizione di povertà alimentare

Campania, spopolamento e sussidi

NAPOLI. I dati della Cgia, che mostrano come Napoli sia una delle città dov’è maggiore lo squilibrio tra stipendi da un lato e pensioni e sussidi dall’altro, sono figli di due fenomeni di lungo periodo che si osservano da tempo in Campania: lo spopolamento da un lato e l’impoverimento dall’altro. È chiaro che le condizioni sociali di vita in peggioramento sono un incentivo, sopratutto per i giovani, ad allontanarsi ed emigrare, alla ricerca di migliori condizioni di vita. In questo modo diminuisce il numero di coloro che sono in età da lavoro, ed ecco quindi il “sorpasso” dei pensionati.

LA DEPRIVAZIONE ALIMENTARE FENOMENO PREOCCUPANTE. Tra gli svariati indici che analizzano il fenomeno, uno dei più importanti è quello che riguarda la deprivazione alimentare. Sebbene il trend generale della deprivazione alimentare si sia stabilizzato o leggermente ridotto dalla pandemia, la situazione rimane preoccupante. La Campania non si sottrae al fenomeno. Actionaid fotografa la povertà alimentare in Italia e spiega che oltre il 20,2% della popolazione, ovvero più di un milione di persone, sta vivendo la deprivazione alimentare. Ciò si traduce in oltre 480mila individui che dipendono dagli aiuti alimentari. Fortemente correlati con la deprivazione alimentare in Campania sono la disoccupazione, la disabilità, i bassi livelli di istruzione e lo status di straniero.

MAGGIORE INCIDENZA TRA DISOCCUPATI E INABILI AL LAVORO. La deprivazione alimentare materiale o sociale misurata come l’impossibilità di fare un pasto completo con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno una volta ogni due giorni e con l’impossibilità di uscire con amici o parenti per mangiare o bere qualcosa almeno una volta al mese risulta più diffusa fra i disoccupati (28,3%), le persone inabili al lavoro (22,3%), coloro con istruzione uguale o inferiore alla licenza media (17,4%), giovani tra i 19 e i 35 anni (12,3%) e adulti tra i 50 e i 64 anni di età (12,7%), stranieri (23,1%), chi vive in una casa in affitto (22,6%) e le persone che vivono nelle aree metropolitane (13,3%).

PIÙ IN DIFFICOLTÀ LE FAMIGLIE MONOGENITORIALI E QUELLE NUMEROSE. La composizione del nucleo familiare appare dirimente: le famiglie monogenitoriali (16,7%) e quelle con 5 o più membri (16,4%), infatti, sono quelle che registrano i tassi più elevati. Mostrano i valori più elevati le famiglie con tre o più figli minori, per le quali l’incidenza di povertà relativa è quasi quattro volte superiore alla media nazionale (38,5%). Altro tasto dolente sono i minori under16. La mancanza di un’alimentazione sana ha anche conseguenze sulla salute. L’incidenza a livello regionale dei minori in sovrappeso in Campania è di circa il 40%.

GLI AIUTI AGLI INDIGENTI DEL FONDO EUROPEO. In base i dati resi noti dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro, il numero di chi riceve aiuti Fead (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti) sotto forma di generi di prima necessità è cresciuto notevolmente negli ultimi anni passando dai 2,1 milioni nel 2019 a quasi 3 milioni nel 2021, e registrando un lieve calo nel 2022, per un totale di oltre 2,8 milioni di persone. Gli incrementi più significativi hanno riguardato proprio la regione Campania (+98mila), preceduta solo da Sicilia e Lombardia. Tra le città metropolitane, nel 2022 Napoli conferma il primato con oltre 240mila utenti e un aumento degli stessi di quasi 50mila unità rispetto al 2019. La Campania si conferma inoltre la prima regione in Italia per aiuti del Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti con oltre 488mila beneficiari.

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