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san felice a cancello
30 Agosto 2024 - 09:24
SAN FELICE A CANCELLO. Escavatori, cani molecolari e unità cinofile, soccorritori fluviali alluvionali, esperti in topografia e droni dotati di termocamera: vigili del fuoco, volontari della Croce Rossa e della Protezione civile regionale della Campania scavano senza sosta alla ricerca di Agnese Milanese, 74 anni, e del figlio 42enne, Giuseppe Guadagnino . Nella frazione Talanico del comune casertano di San Felice a Cancello le ricerche non si sono mai fermate dalla sera di quel maledetto 27 agosto, quando mamma e figlio sono stati travolti dalla frana staccatasi dalla collina in seguito al nubifragio che martedì scorso ha colpito la zona.
SI SCAVA ANCHE A MANI NUDE. Il fango e i piccoli massi che si mescolano vengono rimossi a mani nude e con piccoli mezzi meccanici. È una corsa contro il tempo, anche se le speranze di trovarli in vita sono ormai remote. Le ricerche sono concentrate nella zona a valle del canale dov’è stata ritrovata l’Apecar a bordo della quale viaggiavano Agnese e suo figlio, reduci dalla raccolta di noci in un campo. Bisogna fare presto, anche perché si teme il possibile ritorno delle piogge e le allerte meteo si susseguono. L’ultima è stata emanata ieri dalla Protezione Civile della Campania per temporali con criticità idrogeologica di livello giallo per tutta la giornata a partire dalle 14 sull’intero territorio regionale.
RITROVATI ALTRI PEZZI DELL’APECAR. I vigili del fuoco hanno trovato altri pezzi dell’Apecar su cui i due, madre e figlio, avevano cercato di fuggire dal fiume di fango e detriti. I caschi gialli, coordinati dal comandante Paolo Massimi, hanno cercato anche ieri soprattutto nel canalone che costeggia la frazione di San Felice a Cancello scendendo dalla collina da dove si è staccata la colata assassina. È nel canalone, infatti, che era stato rinvenuto il mezzo a tre ruote. Ma è chiaro che l’Apecar è stato trascinato per diverse centinaia di metri dalla furia del fiume di acqua e fango.
SI CERCA ANCHE NEI LAGHETTI PRODOTTI DALL’ACQUA. In azione ci sono anche i sommozzatori dei vigili del fuoco per cercare i due dispersi: si perlustrano i laghetti profondi più di un metro creati dal nubifragio e pieni d’acqua. I rinforzi richiesti dal prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, sono arrivati già nel pomeriggio di mercoledì, in particolare i cani molecolari addestrati per la ricerca di persone.
UN’AREA AMPIA CIRCA DUE CHILOMETRI. L’area nella quale anche ieri si sono concentrate le ricerche è ampia circa due chilometri, e si trova a valle del canale che attraversa la collina. Le ricerche lungo l’alveo anche ieri non hanno dato esito, per questo i soccorritori sono passati a scandagliare lo spazio a valle. Si tratta di un’operazione tutt’altro che semplice e che richiede tempo, visto che si possono impegnare solo piccoli mezzi meccanici che devono operare con cautela per rimuovere fango e detriti.
IL CANE CHE CERCA TRACCE DI SANGUE. Ad aiutare i soccorritori è giunto ieri anche il cane Baila, dell’unità cinofila dei carabinieri di stanza a Bologna. Si tratta dell’unico cane in Italia in grado di percepire tracce di sangue e individuare persone prive di vita, anche in condizioni difficili come quelle che vigili del Fuoco e volontari stanno trovando nel comune casertano. Massiccio anche l’impegno della Croce Rossa, presente sul campo con 44 volontari e 11 mezzi del Comitato della Cri di Maddaloni, nel Casertano, con il supporto dei Comitati di Napoli e Salerno.
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