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L'emergenza
20 Settembre 2024 - 18:31
«Il sistema regionale è al collasso»
NAPOLI. «Il sistema penitenziario campano è una bomba a orologeria, pronta a esplodere da un momento all’altro». A lanciare l’allarme sono i sindacati della Polizia Penitenziaria. In una conferenza stampa tenutasi a Napoli, i segretari dei sindacati della Polizia Penitenziaria Sappe, Sinappe, Uil Pa. Pp, Uspp, Fns Cisl e Cnpp hanno denunciato una situazione ormai insostenibile, caratterizzata da sovraffollamento, carenze di personale, aggressioni agli agenti e suicidi. «Il tempo delle parole è finito», tuonano i segretari regionali Guacci, Scocca, De Benedictis, Auricchio, Sorrentino e Cuccaro: «Chiediamo azioni concrete per risolvere una situazione che mette a rischio la sicurezza di detenuti e operatori».
NUMERI DRAMMATICI. I dati presentati sono impietosi: in molte carceri campane i detenuti superano di gran lunga la capienza regolamentare, esponendo tutti a un rischio concreto. Inoltre, gli agenti sono costretti a lavorare in condizioni estreme, con turni massacranti e carenza di risorse. Ad Avellino ci sono 627 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 486; a Napoli Poggioreale 2.078 detenuti ma la capienza è 1.400; a Salerno 590 detenuti contro i 433 previsti; ad Ariano Irpino 325 detenuti ma la capienza è 270; a Sant’Angelo dei Lombardi 177 detenuti contro i 124 stabiliti; a Benevento 405 detenuti contro una capienza di 259; a Santa Maria Capua Vetere 980 ma i posti sono 819 e a Vallo della Lucania 60 detenuti mentre i posti sono 42. I sindacati chiedono al Provveditore regionale di intervenire con urgenza per risolvere i problemi. I segretari regionali hanno posto l’accento anche sulla chiusura casa circondariale femminile di Pozzuoli, sulle visite ambulatoriali e ricoveri urgenti in ospedale, sull’organizzazione del lavoro a livello periferico e sui turni di lavoro massacranti. Stigmatizzato dai sindacalisti anche il mancato trasferimento fuori regione dei detenuti protagonisti delle aggressioni ai danni degli agenti e, infine, «l’anomala movimentazione fra i vari istituti della Campania» del personale di polizia penitenziaria appartenente alla carriera dirigenziale.
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