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La riforma contestata
04 Ottobre 2024 - 22:27
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
Il governatore: vietare alle Regioni contratti integrativi in sanità e scuola. Silenzio sui casi Alfieri e Zannini
NAPOLI. Stesso numero di medici e infermieri e stessi posti letto uguali per tutti, da calcolare ogni mille abitanti. Inoltre, divieto per tutte le Regioni di stipulare contratti integrativi per il personale di sanità e scuola. Se «gli amici del Nord» accetteranno queste proposte, allora «eviteremo il referendum». Vincenzo De Luca (nella foto) fa la sua offerta per provare a fermare l’autonomia differenziata nell’attuale versione. Al Governo manda a dire che nell’arco di una settimana, dieci giorni «noi faremo una proposta di legge al Parlamento italiano di modifica della legge Calderoli. Quindi si può anche evitare il referendum se si accettano le modifiche».
SILENZIO TOTALE SUI CASI ALFIERI E ZANNINI. Per 42 minuti il governatore della Campania non parla però solo di autonomia differenziata, ma di molteplici argomenti, inclusi la guerra in Medio Oriente e i parcheggiatori abusivi, ma dal presidente della Campania non arriva neanche un cenno né all’arresto del sindaco di Capaccio, Franco Alfieri, suo ex capo della segreteria, né all’indagine giudiziaria che vede coinvolto il consigliere regionale della sua maggioranza Giovanni Zannini. modifica di legGe basata su tre punti. Così alla fine il piatto forte della sua consueta diretta social settimanale finisce per essere la proposta di modifica legislativa della legge sull’autonomia differenziata che lo stesso De Luca definisce «molto semplice». Ovvero che «sia stabilito per legge - spiega De Luca - che le risorse sanitarie siano uguali per ogni cittadino italiano». Quindi si chiede con tono retorico: «Siete d’accordo amici del Nord?». Non solo. La Campania propone anche che «il numero di medici e infermieri ogni mille abitanti sia lo stesso dal Piemonte alla Sicilia. Il numero di posti letto nella sanità pubblica deve essere uguale ogni mille abitanti. Siete d’accordo amici del Nord?».
DIVIETO DI CONTRATTI INTEGRATIVI. Infine, De Luca, chiede anche che sia vietato «alle Regioni, tutte, di stipulare contratti integrativi regionali per il personale sanitario e scolastico». Se così non fosse, avverte, «avremmo la fine del sistema sanitario unico nazionale e la morte di quello del Sud».
IL PROBLEMA DEI LEP. L’ostacolo più grande sulla strada dell’autonomia differenziata resta quello della definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i famosi Lep. De Luca ne è consapevole e affonda il coltello nella piaga quando ricorda che «non c’è nulla di definito». Il motivo è che «servono miliardi e miliardi di euro per fare una perequazione tra Nord e Sud. Ma poiché nella legge Calderoli - ricorda De Luca - è detto che l’autonomia deve avvenire senza oneri aggiuntivi per lo Stato, nessuno ha spiegato come si deve fare la perequazione senza soldi».
«VOGLIONO FARE LEP DIFFERENZIATI?». Sui Lep, spiega De Luca, s’inizia a sentire «un discorso pericoloso». Ovvero si sente che «non possono essere uguali per tutta l’Italia perché il costo della vita è diverso tra i territori». Però, osserva il governatore, le tasse «le pagano allo stesso modo anche i cittadini del Sud che hanno meno servizi». E quindi, si domanda De Luca, «che facciamo? Facciamo pagare meno tasse perché ci sono meno servizi e il costo della vita è più basso?».
«PER LA MANOVRA FARE I CONTI CON LA REALTA'». Come detto, però, De Luca affronta anche il tema della Manovra economica e delle difficoltà che sta incontrando il Governo nel far quadrare i conti: la situazione «del Paese desta preoccupazione», premette De Luca, che invita a uscire fuori da narrazioni eccessivamente ottimistiche. Per il governatore bisogna fare «i conti con la realtà». Sul paventato aumento del costo del gasolio De Luca ha detto che il «Governo verrebbe meno alla promessa di non aumentare le tasse». Sui bonus di Natale, ha proseguito, «sarà richiesta una platea di persone molto limitata». Il presidente della Regione ha poi insistito: «Sulla crescita del Pil abbiamo registrato dati che sono quasi di stagnazione, con un aumento dell’1% per il 2024. Il tasso di crescita è al di sotto di quello degli altri Paesi d’Europa».
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