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Campania, allarme povertà

Per le famiglie l’incidenza è oltre il triplo del Nord e maggiore della media al Sud

Campania, allarme povertà

La crisi industriale si fa sentire. Tra i più in difficoltà i nuclei dove il capofamiglia è operaio: cresciuti in un anno del 2%

NAPOLI. È allarme povertà in Campania. Un allarme che coinvolge innanzitutto le famiglie: con il 21,2% infatti, la regione è al terzo posto in Italia tra quelle che registrano valori più elevati dell’incidenza della povertà familiare.

INCIDENZA MAGGIORE RISPETTO ALLA MEDIA DEL SUD. Sono allarmanti i numeri contenuti nel rapporto che l’Istat ha pubblicato ieri e che dimostra come la Campania abbia valori sensibilmente superiori alla media del Mezzogiorno, che pure resta la macroarea che in Italia è messa peggio. Se nel Sud il valore dell’incidenza di povertà relativa familiare si ferma (si fa per dire) al 19,7%, la Campania con il suo 21,2% mostra una sofferenza ancora maggiore. Nella classifica nazionale la regione è seconda soltanto alla Calabria (26,8%) e alla Puglia (22,3%).

POVERTA' FAMILIARE 4 VOLTE SUPERIORE CHE AL NORD. Una distanza che diventa poi addirittura siderale se la si paragona con le regioni che presentano i liveli più bassi: in Campania l’incidenza della povertà relativa familiare è praticamente 4 volte superiore rispetto a regioni come la Toscana (5%) e il Veneto (5,2%).

TUTTO IL SUD IN GRANDE SOFFERENZA. Non è un caso che le prime tre regioni della classifica appartengano tutte al Sud: nel Nord, l’incidenza di povertà relativa familiare è pari al 6,3%, con valori più elevati nel Nord-Ovest (6,7%) rispetto al Nord-Est (5,8%); nel Centro si attesta al 6,5%, mentre nel Mezzogiorno, come detto, il valore dell’incidenza arriva a toccare il 19,7%, nettamente superiore a quello delle altre ripartizioni. Ciò vuol dire che il tasso delle famiglie campane a rischio è oltre il triplo della media al Nord.

LA CONFERMA DAI DATI EUROPEI. Una conferma in questo senso, purtroppo, arriva anche dai dati a livello europeo. Dall’edizione 2024 del rapporto sulle condizioni di vita in Europa appena pubblicato da Eurostat, l’equivalete del nostro istituto nazionale di statistica a livello europeo, emerge infatti che nel 2023 il Sud Italia è stato tra le aree dell’Unione europea con il più alto tasso di persone a rischio povertà o esclusione sociale: con il 48,6% la Calabria è la regione con la quota più alta, ma a livello nazionale subito dopo viene la Campania con il 44,4%. Si tratta di un dato drammatico, se si pensa che il territorio d’oltremare della Guyana francese, che ha il primato delle aree dell’Ue con il più alto tasso di persone a rischio povertà o esclusione sociale, raggiunge il 49,5%: in pratica appena 5 in più della Campania.

FAMIGLIE OPERAIE POVERE CRESCIUTE. Il tasso delle famiglie «in grave deprivazione» in Campania è il doppio della media nazionale. L’Istat rileva che il disagio economico si aggrava per gli operai la cui quota in povertà assoluta è in continuo aumento. Le famiglie operaie in povertà nel 2023 hanno toccato il livello record di 16,5% rispetto al 14,7% del 2022. Lo stesso aumento si è registrato anche per le famiglie operaie considerate in povertà relativa che passano dal 16,8% del 2022 al 18,6% del 2023.

LA CRISI DELL’INDUSTRIA. È la dimostrazione plastica che la crisi del settore industriale e manifatturiero, tra annunci di tagli, chiusure e casse integrazioni, sta colpendo pesantemente. Proprio oggi 5mila operai provenienti da tutta la Campania parteciperanno allo sciopero a Roma per la manifestazione unitaria - Fiom, Fim e Uilm in corteo insieme - per chiedere una svolta nella vertenza Stellantis. L’azienda ha appena annunciato un nuovo stop alla produzione a novembre per nove giorni nello stabilimento napoletano di Pomigliano e due in quello irpino a Pratola Serra.

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