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La Manovra
26 Ottobre 2024 - 22:01
Sgambati e Vannini: «La riduzione dei collaboratori scolastici può far chiudere interi plessi»
NAPOLI. Con circa 7.800 docenti e personale tecnico-amministrativo in meno, in Campania «rischiano di chiudere interi plessi scolastici». La Uil Campania e la Uil Scuola Campania esprimono profonda preoccupazione per i tagli al personale scolastico previsti dalla nuova Legge di Bilancio. La riduzione di oltre 5.600 posti docenti e 2.174 unità del personale tecnico amministrativo (gli Ata), a livello nazionale rappresenta una minaccia grave per l’intero sistema educativo italiano, con ripercussioni particolarmente pesanti sulla Campania.
«ANCORA PIU' DIFFICILE GARANTIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO». In queste condizioni, spiegano Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania, e Roberta Vannini, segretaria generale della Uil scuola Campania, «sarà ancora più difficile garantire il diritto allo studio degli studenti della regione che già quest’anno è messo alla prova a causa del dimensionamento e delle sue conseguenze». «Sono tagli - proseguono - che colpiscono il cuore delle comunità educanti, compromettono il normale funzionamento delle istituzioni scolastiche e mettono a rischio l’intera struttura dell’offerta formativa, in particolare nelle aree interne e periferiche della Campania». In molti territori della regione le scuole non sono solo luoghi d’istruzione, ma autentici presidi di legalità, centri di aggregazione sociale per le intere famiglie e un simbolo tangibile della presenza dello Stato. Pr questo, avverte il sindacato, «il taglio dei collaboratori scolastici rischierebbe di portare alla chiusura di molti plessi scolastici nelle zone più remote della regione, costringendo gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere scuole più distanti».
«RIPERCUSSIONI SU TRASPORTI E TRAFFICO». Questo non solo rischia di privare le comunità locali «del loro punto di riferimento educativo - affermano Sgambati e Vannini - ma avrà anche ripercussioni sul sistema dei trasporti pubblici e sulle infrastrutture stradali regionali, già in difficoltà. Il danno sarà duplice: da un lato la desertificazione scolastica, dall’altro un sovraccarico del sistema viario e dei trasporti».
«SI COMPROMETTE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI CAMPANI». I sindacalisti sottolineano con forza che questi tagli vanno a compromettere il diritto fondamentale allo studio, negando agli studenti campani l’accesso a un’istruzione di qualità. La scuola deve rimanere un presidio sul territorio, capace di garantire non solo l’apprendimento, ma anche la sicurezza e la coesione sociale».
«IL GOVERNO CI RIPENSI». Di qui la richiesta di Sgambati e Vannini al Governo di «rivedere queste decisioni, evitando che a pagare siano, come sempre, le fasce più vulnerabili della popolazione, e di riconoscere il ruolo centrale della scuola nella costruzione di un futuro più equo e solidale».
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