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Morti bianche, la strage continua: la Campania resta in “zona pericolo”

Regione sotto osservazione con oltre 57 vittime per lo più del settore delle costruzioni

Morti bianche, la strage continua: la Campania resta in “zona pericolo”

NAPOLI. Pochi giorni alla fine dell’anno e come sempre il bilancio delle vittime di fine 2024 mostrano i numeri della strage di fine dicembre, perché le statistiche ufficiali tolgono ogni speranza a un’inversione di tendenza. Le vittime, infatti, sono più numerose di quelle dello scorso anno, così come il numero degli infortuni. È una proiezione sconfortante che narra ancora una tragedia quotidiana che si consuma più volte al giorno. E dietro ad ogni vittima c’è un lutto familiare che coinvolge ogni anno migliaia di persone. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, oltre ai numeri ha evidenziato l’importanza delle incidenze di mortalità della popolazione lavorativa per identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE OTTOBRE. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA. A finire in zona rossa con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Sardegna. In zona arancione: Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. In zona gialla: Lazio, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. In zona bianca: Toscana e Marche.

I LAVORATORI STRANIERI SONO SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi dieci mesi dell’anno sono 149 su un totale di 657, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.L’Osservatorio mestrino in base ai dati raccolti ha stilato l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. Dato che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultra65enni, seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni. La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (230 su un totale di 657). Sono 890 le vittime sul lavoro in Italia fino a ottobre scorso, delle quali 657 in occasione di lavoro e 233 in itinere. Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (112). Seguono: Lazio (64), Emilia-Romagna (63), Campania (57), fino al Molise (4).

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO. È ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 128. Seguito dalle Attività Manifatturiere (86), da Trasporti e Magazzinaggio (84) e dal Commercio (48). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 149, mentre sono 40 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il martedì risulta essere anche stavolta il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi dieci mesi dell’anno (20,2%).

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