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L'attacco

Regionali, De Luca scherza: ma non troppo

«Sarò qui pure tra 25 anni, i contrari al terzo mandato hanno paura di far votare i cittadini»

Regionali, De Luca scherza: ma non troppo

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

NAPOLI. «Questo programma sarà completato nel giro di un anno e mezzo, avremo fatto un miracolo. In Campania i due grandi servizi pubblici, che erano a zero, anzi sotto zero, erano la sanità e il trasporto pubblico locale. Nel 2015 non c’era impostata neanche una gara per comprare un treno, così per i pullman, per la gomma: non c’era nulla, c’erano solo i debiti e i cantieri chiusi sulla linea dell’Eav. Tutti. Adesso stiamo completando questo lavoro. Saremo, credo, tra un anno e mezzo o due, la regione più moderna d’Italia e anche la più impegnata nel piano di investimenti per il trasporto pubblico locale. Veniva detto prima che il materiale è riciclabile quindi anche tra 25 anni, non so che faremo, comunque noi ci saremo pure tra 25 anni, qua stiamo, stiamo facendo un programma di lungo periodo». A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante il suo intervento alla presentazione di due nuovi treni elettrici doppio piano del Regionale di Trenitalia per la Campania.

Argomento che si collega a quello del terzo mandato del quale il governatore parla a un forum sull’autonomia organizzato dalla Asmel: «Quelli che a Roma sono contrari al terzo mandato per le Regioni lo fanno sostenendo che un presidente accumula un potere tale da poter condizionare la vita democratica. È un’idiozia, come dimostra, ad esempio, la vicenda dell’Umbria dove il governatore uscente è stato sconfitto dopo un solo mandato.così come il mio predecessore. La verità è che hanno paura di far votare i cittadini».

De Luca parla di «ipocrisia insopportabile, perché deputati, senatori, sottosegretari, ministri, presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica possono farlo a vita. Tutti, meno chi butta il sangue nei territori. La verità è che a Roma si fanno le leggi solo per proteggere il proprio fondoschiena, non gliene frega nulla di chi sta sul territorio. Anzi, se si trovano davanti qualche amministratore locale bravo, lo fregano».

Il governatore, poi, lancia anche un monito: «Noi abbiamo intenzione di combattere e di non buttare a mare il lavoro che è in corso per il piacere di qualcuno a Roma che non sa neanche come si arriva a Napoli. Bastano due mesi per buttare tutto all’aria in questa regione. Qua non siamo a Stoccolma. Ovviamente il nostro destino sarà nelle mani dei cittadini, nelle mani dei politicanti romani no. Si decide a Napoli e non a Roma il destino della Campania e dei Comuni della Campania».

E ancora: «Non si è mai visto un esponente politico che vive e lavora a Roma teso, nervoso, affaticato. Tutti con la pelle morbida e vellutata. Non fanno niente dalla mattina alla sera. Anche quando fanno finta di litigare tra loro, se si va in qualche ristorante di Roma, ci sono tutti insieme d’amore e d’accordo. Tutto hanno tranne che la fatica della responsabilità e la passione politica perché il 90% ha il solo obiettivo di come farsi ricandidare un’altra volta. Se ne infischiano dei territori, delle opere pubbliche e delle cose che bisogna fare».

La parola d’ordine resta sempre quella: sburocratizzare. «Ci auguriamo che la battaglia per l’autonomia differenziata si concluda qui. La Corte Costituzionale ha svuotato la legge Calderoli, ha detto che è inapplicabile, che è incostituzionale non l’idea della legge costituzionale ma il contenuto della legge. La mia opinione è che dovremmo fermarci, non è utile andare a rotta di collo a fare il referendum, sul quale deve comunque decidere ancora la Corte Costituzionale» chiosa il governatore.

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