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caserta
02 Gennaio 2025 - 15:04
CASERTA. Avrebbe esercitato illegittimamente per 14 anni, dal 2006 al 2020, attività extra-istituzionale non autorizzata prima in piena autonomia, poi una volta 'pizzicato', tramite una società intestata alla moglie, percependo compensi che non poteva ricevere per oltre due milioni di euro (2.173.177,70 euro). E' l'accusa di danno erariale contestata ad un dirigente medico dell'Asl di Caserta dalla Procura regionale della Corte dei Conti della Campania, che ha emesso un invito a dedurre notificato al professionista dalla Guardia di Finanza di Caserta, in particolare dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, che ha realizzato le indagini avviate dai Nas dei Carabinieri.
I militari delle Fiamme Gialle hanno sequestrato al dirigente beni immobili e conti correnti. E' stata l'Asl a presentare denuncia rispetto agli incarichi extraistituzionali non autorizzabili che il medico ha svolto per quasi tre lustri. Dalle indagini dei finanzieri, coordinate dal pubblico ministero contabile Mauro Senatore e dal procuratore regionale Antonio Giuseppone, è emerso che il dirigente dell'Asl avrebbe svolto dal 2006 al 2017 incarichi non autorizzabili lavorando presso strutture non convenzionate e apparendo in prima persona, sebbene il suo rapporto di lavoro con l'Asl fosse a tempo pieno e incompatibile con altri incarichi.
A partire invece dal 2018 e fino al 2020, dopo che la sua condotta illecita era emersa ed era stata segnalata, il medico avrebbe continuato a svolgere attività extra-istituzionale non autorizzata e non autorizzabile dall'Asl lavorando in un centro diagnostico di proprietà della moglie, dove svolgeva tutte le prestazioni sanitarie, risultando come referente sanitario del centro.
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