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Terzo mandato, deciderà la Consulta

Il Governo ricorre contro la norma approvata in Campania, Lega in disaccordo

Terzo mandato, deciderà la Consulta

NAPOLI. La decisione viene anticipata dalla premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa mattutina sull’attività del Governo. E in tarda serata il Consiglio dei ministri impugna la legge campana sul terzo mandato del governatore nella seduta che dà anche il via libera alla nomina di Fabrizio Curcio a commissario per l’alluvione in Emilia-Romagna al posto del generale Francesco Paolo Figliuolo e a quella di Vittorio Rizzi a capo del Dis.

Ma sulla questione che tocca il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si registra il distinguo della Lega dalle cui fonti si fa sapere che il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli «ha rimesso al Consiglio dei ministri la decisione sulla legge della Regione Campania relativa al terzo mandato. Come è noto, nel Cdm non è previsto il voto. Altrettanto nota, infine, è la differenza di opinioni che su questo tema c'è tra le forze di maggioranza», viene sottolineato. «Non a caso, durante la riunione, il ministro Calderoli ha sottolineato di essere favorevole, come la Lega ha sempre ribadito, a una modifica della legge nazionale su cui però, al momento, non c’è intesa», spiega ancora il partito di Matteo Salvini.

Il tutto dopo che, come detto, la presidente del Consiglio, in mattinata, aveva anticipato la decisione sull’impugnativa chiarendo che «partendo dal caso della Campania c’è un tema di metodo. Gli uffici di palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per gli approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione competa allo Stato nazionale o se le Regioni siano in grado o nella facoltà di autodeterminarsi. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi è di competenza dello Stato nazionale».

E ancora: «Dopodiché per quello che riguarda il merito della questione, è noto come non ci sia un’unica posizione all’interno della maggioranza da questo punto di vista. Diciamo che non c’è un accordo tra i partiti della maggioranza, soprattutto perché, per come la vedo io, penso che sarebbe incoerente per quello che riguarda i presidenti di Regione rispetto a quello che concerne i sindaci delle grandi città». E poi, dopo dopo aver ricordato l’ndicazione di un doppio mandato affidata alla riforma del premierato: «Sono disponibile a parlare sulla necessità di una iniziativa legislativa di armonizzazione sul limite al terzo mandato dei presidenti di regione. Però a oggi obiettivamente non mi pare che si possa intervenire con uno sì e uno no, perché questo non sarebbe coerente per le istituzioni nel suo complesso».

AL TAR IL RICORSO DEI CONSIGLIERI REGIONALI DEL CENTRODESTRA. Intanto, si attende anche l’esito del ricorso al Tar presentato dai consiglieri campani del centrodestra Severino Nappi, proponente dell’iniziativa, Carmela Rescigno, Aurelio Tommasetti, Antonella Piccerillo, Alfonso Piscitelli, Cosimo Amente, Raffaele Maria Pisacane, Stefano Caldoro, Nunzio Carpentieri, Francesco Cascone, Livio Petitto e Massimo Grimaldi e dalla consigliera indipendente Maria Muscarà, con il quale è stato chiesto l’annullamento della seduta di consiglio regionale dello scorso 5 novembre, durante la quale è stata approvata a maggioranza la legge sul terzo mandato, «per la palese violazione e la falsa applicazione della legge in materia di regolamento interno del Consiglio regionale della Campania, oltreché degli articoli 3 e 97 della Costituzione» hanno sottolineato i ricorrenti motivando la loro decisione.

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