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Sanità, Campania senza personale

In Italia una crisi senza precedenti, ma nella regione la situazione è peggiore

Sanità, Campania senza personale

NAPOLI. In Campania il personale del servizio sanitario nazionale è fortemente inferiore alla media nazionale. Lo confermano i dati sui dipendenti della sanità pubblica diffusi oggi dalla fondazione Gimbe. Nel 2022, la regione poteva contare su 8,5 unità di personale dipendente del Ssn ogni 1.000 abitanti, a fronte di una media italiana di 11,6. In Campania la spesa pro-capite per il personale dipendente nel 2023 è stata di 559 euro, contro una media nazionale di 672 euro. Per l'anno 2022, la spesa per unità di personale dipendente del Ssn della Campania è di 65.437 euro, superiore alla media italiana (57.140). Ma il problema è nazionale.

C’è una «crisi del personale sanitario senza precedenti» con una perdita nell'arco di 11 anni di 28 miliardi di euro nella spesa per i dipendenti mentre nel 2023 è raddoppiata quella per l'impiego dei gettonisti. Carenze e difficoltà che pesano sul Servizio sanitario nazionale, causate «da errori di programmazione, dal definanziamento e dalle recenti dinamiche che hanno alimentato demotivazione e disaffezione dei professionisti». E «senza un adeguato rilancio delle politiche per il personale sanitario mette in guardia il presidente Nino Cartabellotta l’offerta dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali sarà sempre più inadeguata rispetto ai bisogni, rendendo impossibile garantire il diritto alla tutela della salute».

Da parte sua il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito che «i recenti interventi normativi hanno introdotto ulteriori molteplici e significative misure proprio con l'intento di rendere maggiormente attrattivo l'esercizio della professione nell'ambito del Ssn, con progressivo miglioramento della qualità e dell'efficienza del servizio offerto». Sul fronte opposto i sindacati medici, che giudicano «insufficienti» le misure introdotte con la legge di Bilancio 2025 e annunciano incontri a breve per «decidere insieme le modalità migliori per un'azione unitaria». Perché il governo, afferma il segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, «non può continuare a cavarsela con i proclami».

Dal 2012 al 2023 il capitolo della spesa sanitaria relativo ai redditi da lavoro dipendente «è stato quello maggiormente sacrificato», ha detto Cartabellotta. In termini assoluti, dopo una progressiva riduzione da 36,4 miliardi di euro nel 2012 a 34,7 nel 2017, la spesa è risalita, segnando 40,1 miliardi nel 2023. Ma in termini percentuali sulla spesa sanitaria totale il trend segna «una lenta ma costante riduzione».

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