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L'incontro

Tajani e il Ppe a Pietrelcina: un richiamo alle radici cristiane dell’Europa

Padre Fortunato: appuntamento importantissimo per un risveglio culturale e di fede

Tajani e il Ppe a Pietrelcina: un richiamo alle radici cristiane dell’Europa

Padre Fortunato, guardiano superiore del Convento di Pietrelcina

A Pietrelcina, cuore pulsante della spiritualità italiana, il 22 febbraio il Partito Popolare Europeo terrà un evento dal forte valore simbolico. La scelta di questo luogo, culla di San Pio, non è casuale: il messaggio che il vicepremier Antonio Tajani vuole lanciare è chiaro e inequivocabile. In un’epoca segnata da profonde trasformazioni culturali e politiche, l’Europa deve ritrovare la propria identità cristiana, punto di riferimento imprescindibile nella costruzione del suo futuro.

Un segnale che trova pieno sostegno in Padre Fortunato, guardiano superiore del Convento di Pietrelcina, che inquadra così il significato dell’evento: «Penso che sia un appuntamento importantissimo per un risveglio culturale, di fede, ma anche per le nuove generazioni, che oggi più che mai hanno bisogno di punti fermi».

La terra che ha dato i natali a San Pio da Pietrelcina è da sempre luogo di pellegrinaggi e devozione, un crocevia di fede che attrae milioni di fedeli da tutto il mondo. Ma è anche il simbolo di una spiritualità concreta, vicina alla gente, che si nutre di umiltà e sacrificio. «Qui si sono svolti avvenimenti molto particolari della vita di Padre Pio», spiega Padre Fortunato. «Richiamare le radici cristiane partendo da questo luogo, dove è vissuto un santo che ancora oggi viene chiamato “Padre Pio" più che “San Pio", perché percepito come vicino, è un messaggio forte».

Ed è proprio questo legame con il popolo che rende la figura di San Pio un faro ancora oggi. «Era un santo dei nostri giorni, un uomo che ha sofferto e affrontato la vita con serenità e sacrificio. Ed è per questo che la sua eredità spirituale continua a parlare a tutti, anche ai leader politici», aggiunge il religioso.

L’incontro del PPE a Pietrelcina si inserisce in un momento in cui l’Europa sta cercando di ridefinire il proprio orizzonte politico e culturale. La centralità delle radici cristiane, più volte richiamata da Tajani, non è una questione di mera appartenenza confessionale, ma una bussola etica su cui fondare le scelte future.

«Ispirarsi alla solidarietà, alla carità, alla vicinanza con i più deboli è una necessità che non può mai venire meno», sottolinea Padre Fortunato. «E per un politico non basta parlare delle persone bisognose, bisogna stare con loro, aiutarle. Troppe volte tra il dire e il fare c’è un abisso, e invece servono coerenza e impegno reale».

Parole che riecheggiano un monito antico, ma sempre attuale: la politica, se vuole essere autentica, non può prescindere da un’etica che si traduca in azione concreta.

Uno dei temi centrali dell’evento sarà il ruolo delle nuove generazioni, sempre più disorientate in un’epoca di cambiamenti rapidi e spesso destabilizzanti. «Bisogna stare vicino ai giovani, essere una presenza credibile e visibile. Non basta parlare di loro, bisogna offrire modelli autentici e coerenti», rimarca il religioso.

Se dovesse rivolgere un messaggio diretto a Tajani? «Gli direi di non svendere i nostri principi e i nostri valori», dice netto Padre Fortunato.

Pietrelcina sarà quindi il fulcro di un evento che unisce politica e spiritualità, con un forte richiamo alle radici cristiane dell’Europa. «Un’occasione importante per riflettere su chi siamo e su dove vogliamo andare», conclude Padre Fortunato.

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