Cerca

grazzanise

Il sindaco Petrella: «Sostenere il progetto dello scalo»

Il timore è che l’aeroporto venga trasformato «da una opportunità a una bega elettorale»

Il sindaco Petrella: «Sostenere il progetto dello scalo»

GRAZZANISE. «Siamo a un punto cruciale per trasformare il progetto dell’aeroporto commerciale di Grazzanise. La politica metta da parte le divisioni e proceda in modo compatto con azioni concrete, possibilmente prima delle elezioni regionali, per evitare che questa opportunità si trasformi in una partita elettorale con il rischio di fallimento». Lo chiede il sindaco di Grazzanise, Enrico Petrella, in un appello ai politici campani. L’auspicio di Petrella, che interviene sulla richiesta fatta nei giorni scorsi dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini di attivare un tavolo tecnico per valutare l’inserimento dello scalo merci di Grazzanise nel Piano nazionale degli aeroporti, è di realizzare uno scalo commerciale.

STORIA DEL FALLIMENTO DI UN PROGETTO DI SVILUPPO DEL SUD. Ma Grazzanise, come grande occasione di sviluppo della Campania e del Sud è già fallito. Primavera 1998, ad Antonio Rastrelli, presidente di centrodestra della Giunta regionale campana arrivò un fax di Claudio Burlando, ministro dei Trasporti del Governo Prodi. Era l’ok per trasformare l’aeroporto militare di Grazzanise in aeroporto civile, in vista del Giubileo del 2000. Pista già pronta, c’era da creare l’aerostazione. Era l’aeroporto intercontinentale per Napoli, la Campania, la Basilicata, regione senza scali aerei, e capace di attrarre traffico dalle altre regioni del Sud. Con una pista di 3mila metri per farci atterrare i grandi Boeing dei voli transoceanici. Capodichino, che ha una pista di 300 metri più corta, troppo corta, per i piloti, sarebbe diventato un City Airport, cioè quello che uno scalo bonsai, collocato dentro la città può essere. Capodichino stava a Grazzanise come Linate a Malpensa.

LE COLPE DI BASSOLINO. Ma Antonio Bassolino, sindaco di Napoli e il suo assessore alle partecipate Roberto Barbieri nel 1997, avevano venduto per 150 miliardi di vecchie lire (77 milioni di euro) la Gesac, di cui il Comune era il socio di maggioranza, agli inglesi di Baa, che volevano rifarsi dell’investimento con tutti gli interessi. Fu presentata come una privatizzazione coraggiosa, ma era una svendita. E per Grazzanise arrivò lo stop. Lo studio di fattibilità di una società olandese, che attribuiva al futuro aeroporto un potenziale di 14 milioni di passeggeri all’anno, già pronto, fu buttato via. L’avvocato Gaetano Montefusco documentò tutto in un libro-dossier: “Monumento alla vergogna. Anatomia di una mistificazione”. Appunto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • Francesco

    03 Marzo 2025 - 14:16

    L’aeroporto di Grazzanise richiederebbe collegamenti ferroviari rapidi (ad es.: un treno espresso) e autolinee turistiche.

    Report

    Rispondi

Logo Federazione Italiana Liberi Editori