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l'allarme

Sos Caritas: mancano casa e lavoro

Campania in testa alla classifica per disoccupazione e per occupazioni al nero

Sos Caritas: mancano casa e lavoro

NAPOLI. Casa e lavoro, due pilastri della vita che in Campania vacillano pericolosamente, la cui precarietà emerge con forza dal rapporto Caritas sulla povertà. Numeri impietosi, quelli che dipingono una regione in affanno, gravata da record tutt'altro che invidiabili: ultima per aspettativa di vita e salute mentale, seconda per lavoro nero e terza per povertà assoluta, la Campania si colloca tra le aree più disagiate d'Europa. Con suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas di Napoli, sono stati analizzati i dati del rapporto, cercando di comprendere le cause di questa escalation della povertà. Il lavoro, o meglio la sua mancanza, è il nodo cruciale, con la Campania e la Calabria in testa alla classifica nazionale per disoccupazione. A ciò si aggiunge il dramma del lavoro nero, che in Campania coinvolge oltre il 16% degli occupati.

Ma è l'emergenza abitativa a farsi strada come nuova, preoccupante forma di disagio. Aumentano i senzatetto, aumentano gli sfratti, e le richieste di aiuto ai centri Caritas per problemi abitativi che rappresentano il 15% del totale. Oltre 40mila persone hanno bussato alle porte della Caritas in Campania, un numero che racconta una sofferenza diffusa e preoccupantemente elevata. La nuova “forza povera” è composta oggi da moltissime donne soprattutto con bambini, l'età si è abbassata notevolmente. «È come se la povertà si tramandasse di generazione in generazione. Arrivano ai nostri centri per perdita di lavoro o problemi abitativi.

L'appello che si deve fare non è solo alle istituzioni, ma anche agli uomini di buona volontà, per creare occasioni di lavoro, che non sia nero» dicono dalla Caritas. Il lavoro nero, piaga che affligge la Campania, significa sfruttamento, sottopagamento, mancanza di tutele. E la disoccupazione, con un tasso di occupazione femminile tra i più bassi d'Italia, aggrava ulteriormente la situazione. Siamo tra i più poveri d'Europa perché manca il lavoro e manca la casa, sottolineano dalla Caritas. L'emergenza abitativa, con l'aumento dei senzatetto e degli sfratti, è un'altra ferita aperta. Sta aumentando notevolmente l'emergenza abitativa e di pari passi aumenta il numero di chi perde la casa e vive in strada, e non sono solo migranti, ma anche italiani, napoletani.

Poi aumentano gli sfratti, frutto soprattutto di locatari che decidono di fare b&b o altro a sfondo commerciale. Quando si perde la casa, poi, le garanzie richieste sono tantissime e non si riesce a prendere una casa in affitto. Il fenomeno della turistificazione, soprattutto a Napoli, acuisce il problema, espellendo i ceti popolari dalla città. E i dati sulla salute, con la Campania ultima per aspettativa di vita e salute mentale, completano un quadro allarmante. Ad aggravare questa condizione sono soprattutto le liste d'attesa che sono troppo lunghe e non consentono cure adeguate. Non tutti hanno i soldi per curarsi privatamente, e quindi non si curano.

A tutto ciò si aggiunge la diminuzione dei sostegni al reddito, con la scomparsa del Reddito di cittadinanza e l'introduzione di misure sostitutive con requisiti più stringenti. C'erano persone che campavano con il Reddito di cittadinanza, ora con l'Adi è tutto diverso. Soprattutto i requisiti per accedere all'Adi sono molto più stringenti. «Sicuramente vanno fatti controlli e verifiche, ma il governo deve fare in modo che quanta più gente possibile possa accedere all'Adi». 

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