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Il caso

«Disturbi alimentari, prevenzione fondamentale»

La Campania e la sua legge per il contrasto a una vera e propria emergenza: parla Valeria Ciarambino

«Disturbi alimentari, prevenzione fondamentale»

Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania

Una battaglia che finalmente trova una risposta concreta. Con l’approvazione unanime lo scorso dicembre della nuova legge regionale sui disturbi alimentari, la Campania si posiziona all’avanguardia nella prevenzione e nella cura di un’emergenza silenziosa ma devastante, che colpisce migliaia di giovani. Domani è in programma la giornata di conoscenza e consapevolezza sul tema che vedrà la partecipazione anche del govrnatore Vincenzo De Luca. Un risultato storico, fortemente voluto dalla vicepresidente del consiglio regionale, Valeria Ciarambino (nella foto), che con determinazione e ascolto ha trasformato un grido di aiuto in un’azione legislativa senza precedenti. «Questa legge ha ottenuto un consenso unanime - sottolinea -, credo sia anche un’attestazione di stima sul piano politico. Il fatto che in Commissione molti colleghi abbiano scelto di sottoscriverla e che sia stata votata all’unanimità, dimostra che la politica può e deve unirsi su temi che riguardano la vita delle persone e dei ragazzi». Il cuore della legge è la creazione di una rete assistenziale strutturata, articolata su cinque livelli di intensità di cura: dagli ambulatori specializzati fino ai centri residenziali e ai ricoveri ospedalieri. Un sistema che finalmente garantirà continuità terapeutica tra minori e adulti, mettendo in rete scuole, sanità e famiglie. «Esiste già una rete assistenziale in Campania, ma va rafforzata e resa omogenea in tutte le province. Vanno implementati i posti letto e le strutture residenziali - spiega Ciarambino -. Nei casi gravi, chi soffre di questi disturbi sviluppa complicanze multiorgano che possono portare anche alla morte. Nessun adolescente dovrà più affrontare un’odissea per ricevere cure adeguate». Un’altra innovazione fondamentale è l’introduzione del Codice Lilla nei pronto soccorso campani, un protocollo specifico per il riconoscimento precoce dei disturbi alimentari. «Per troppi ragazzi il primo contatto con il sistema sanitario avviene solo quando la situazione è già gravissima - denuncia Ciarambino - con il Codice Lilla vogliamo garantire un primo approccio corretto e multidisciplinare, che eviti lunghe attese o diagnosi superficiali». Accanto alla rete assistenziale, la legge investe su un altro pilastro fondamentale: la formazione. Medici di base, pediatri, insegnanti, operatori scolastici e sportivi saranno formati per riconoscere tempestivamente i segnali del disturbo e attivare percorsi di aiuto. «Dobbiamo formare pediatri di base e medici di medicina generale per renderli capaci di riconoscere i primi segnali e intervenire precocemente. Ma non basta: dobbiamo formare anche le famiglie, gli operatori scolastici e sportivi, creando una rete di sicurezza intorno ai giovani» precisa. La legge prevede anche campagne di sensibilizzazione, per abbattere lo stigma e la vergogna che ancora circondano questi disturbi. «Troppo spesso questi disturbi vengono sottovalutati o circondati da stigma e vergogna. L’informazione è essenziale per superare questi ostacoli e favorire una diagnosi tempestiva». Ma il sistema sanitario campano è pronto ad accogliere il Codice Lilla? «Ha fatto grandi sforzi e ci sono professionalità molto valide, ma finora è mancata un’attenzione strutturata a questo problema - ammette Ciarambino -. Teniamo presente che questi disturbi sono stati curati attraverso un fondo nazionale con un orizzonte biennale, che per di più è stato cancellato. Avere una legge specifica con fondi regionali dedicati cambierà il quadro. Ora dobbiamo lavorare affinché ciò che abbiamo scritto sulla carta diventi realtà quotidiana. Abbiamo previsto anche la creazione di un numero verde e di un canale protetto per chiedere aiuto, per dare voce a chi oggi ha difficoltà a manifestarsi. Vogliamo che nessuno si senta più invisibile nella propria sofferenza». Altro passo fondamentale sarà il monitoraggio epidemiologico, con la raccolta di dati per comprendere l’evoluzione del fenomeno. «Abbiamo ancora informazioni frammentarie su un fenomeno che è diventato un’emergenza, soprattutto dopo il Covid, con l’aumento dell’isolamento dei giovani e il maggiore tempo trascorso sui social» conclude Ciarambino. Con questa legge, la Campania diventa un modello nazionale nella lotta ai disturbi alimentari: «Oggi 4.000 persone muoiono ogni anno a causa di disturbi del comportamento alimentare, ma l’80% dei pazienti diagnosticati entro i primi due anni si salva. La diagnosi precoce è la chiave per la salvezza di questi ragazzi. E questo è il centro del mio impegno: ascoltare, capire e agire per cambiare davvero le cose».

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