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Frode carosello su carburanti, sequestri per 112 milioni

Eseguito dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Caserta nei confronti di 5 società e 7 persone

Frode carosello su carburanti, sequestri per 112 milioni

CASERTA. Un sequestro preventivo e' stato eseguito nei confronti di cinque societa' e sette persone fisiche per un importo complessivo di oltre 112 milioni di euro quale provento di una articolata frode carosello perpetrata nel settore dei prodotti energetici. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale procura, e' stato eseguito dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Caserta che ha condotto le indagini. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la frode avrebbe coinvolto l'intera filiera commerciale della vendita di carburanti, dal deposito fiscale sino ai distributori stradali, che ha operato al solo scopo di evadere l'Iva. "Il sistema fraudolento - si legge in una nota stampa della procura - e' stato realizzato attraverso l'impiego di societa' cartiere che, direttamente o per il tramite di ulteriori societa' "filtro", risultavano solo figurativamente cessionarie del carburante e omettevano di versare l'imposta consentendo, in tal modo, alle imprese destinatarie del prodotto petrolifero di ottenere forniture a costi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato".

I sistemi di frode sarebbero stati due: il primo, attuato nel periodo 2018 e 2019, attraverso l'illecita applicazione di quanto previsto dalla Legge di Stabilita' del 2018 che annoverava alcuni casi di disapplicazione dell'obbligo di versamento immediato dell'Iva per determinate categorie di soggetti al ricorrere di specifici criteri di affidabilita'. La frode, e' stato spiegato dagli inquirenti, era realizzata mediante l'interposizione di societa' cosiddette missing trader, intestate a prestanomi gravati da precedenti anche di natura fiscale, carenti di strutture operative e di disponibilita' patrimoniali e quindi prive dei criteri di affidabilita' previsti dalla norma, che acquistavano il prodotto in esenzione Iva per poi rivenderlo dopo un giro di fatture false, alle ditte che procedevano a loro volta all'immissione in commercio presso i distributori stradali senza, tuttavia, ottemperare ai previsti obblighi fiscali. Il secondo sistema di frode, invece, prevedeva il regime di non imponibilita' delle cessioni, ovvero attraverso la presentazione di mendaci dichiarazioni d'intento fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti dalla normativa in materia di accise potendo, cosi', illecitamente, beneficiare di acquisti senza l'applicazione dell'Iva. Questo secondo sistema di frode sarebbe stato attuato nel periodo 2019-2021.

Tutte le societa' "buffer" utilizzate per la realizzazione degli scopi illeciti venivano, prima del termine di scadenza per la presentazione delle dichiarazioni annuali, poste in liquidazione o chiuse per cessata attivita', omettendo di effettuare i versamenti d'imposta. Attraverso questo complesso schema fraudolento, nell'intero periodo d'indagine, sono stati immessi in consumo circa 600 milioni di litri di gasolio e benzina per autotrazione, con un'evasione Iva pari a 112.965.407,40 euro, che ha consentito, principalmente ad una societa' di distribuzione petrolifera proprietaria di circa 300 distributori stradali operanti sull'intero territorio nazionale, di ottenere forniture di carburante a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato ed effettuare la vendita, a prezzi concorrenziali. Nelle annualita' oggetto d'indagine, le societa' destinatarie del prodotto acquistato illecitamente mediante il collaudato sistema contabile, finalizzato ad abbattere la base imponibile con la conseguente riduzione del proprio carico fiscale, si sono avvalse di fatture per operazioni inesistenti per complessivi 201.009.787,86 euro, emesse dalle imprese "cartiere".

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