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Sanità, De Luca pronto alla battaglia

«Il 12 aprile saremo a Roma, andremo a dire che la Campania deve uscire dal piano di rientro»

Sanità, De Luca pronto alla battaglia

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

NAPOLI. La data è fissata: il 12 aprile la Regione Campania dovrebbe conoscere il proprio destino sul piano di rientro della sanità e se, come auspicato dal governatore Vincenzo De Luca, sarà sancita la “liberazione” ufficiale dai vincoli che limitano, in questo momento, la possibilità di ricevere risorse e dotazioni di personale adeguate.

E l’occasione per ribadirlo è la presentazione dei progetti realizzati per il miglioramento dell’ospedale di Vallo della Lucania attraverso nuove tecnologie, la riorganizzazione dei servizi e il potenziamento delle infrastrutture. A domanda sui tempi per la realizzazione della camera iperbarica all’ospedale di Agropoli, il numero uno di Palazzo Santa Lucia replica in maniera chiara: «Occorre attendere le decisioni del governo nazionale sia per il personale sia per le risorse. La domanda va posta al ministero, non a me. Se rimaniamo in piano di rientro noi abbiamo dei tetti di spesa».

E ancora: «Per la camera iperbarica di Agropoli occorrono i soldi e il personale, che dipendono dalle decisioni del ministero. Noi siamo ancora in piano di rientro e il 12 aprile andremo a fare un’altra battaglia per dire che bisogna far riuscire la Regione Campania dal piano di rientro. Abbiamo i conti in ordine e non c’è più nessun motivo». Poi, aggiunge De Luca, «quello che mi sconvolge è questa passività che avete qui, questa lamentazione continua. Organizziamo una manifestazione a Roma e io vengo davanti a voi, andiamo tutti quanti nella capitale perchè è lì il punto di blocco. Anziché lamentarci, andiamo a fare una bella battaglia per sbloccare le risorse».

Venerdì scorso, nel corso della consueta diretta social, De Luca aveva chiarito che per ottenere l’uscita dal piano di rientro «il ministero ci ha chiesto la chiusura di tre punti nascita e dei laboratori che hanno meno di 200mila prestazioni l’anno. Sono richieste sbagliate ma comunque abbiamo individuato, a latere della documentazione inviata, la chiusura di punti nascita e ci sono i laboratori che intendono aggregarsi per evitare chiusure. Per cui non ci sono motivi per negarci l’uscita dal piano di rientro. Stiamo facendo da mesi un lavoro dettagliatissimo per fare in modo che la Campania sia la prima regione d’Italia per le liste d’attesa. Credo tra 25 aprile e 6 maggio per faremo un evento nazionale e inviteremo il ministero della Salute e il presidente della Conferenza delle Regioni.»

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