Cerca

la sentenza

Terzo mandato, De Luca con il fiato sospeso

Oggi la decisione della Corte Costituzionale sul ricorso del Governo contro la legge campana

Terzo mandato, De Luca con il fiato sospeso

NAPOLI. Conto alla rovescia per l’udienza pubblica di oggi a Palazzo della Consulta sulla legittimità della legge 16/2024 della Regione Campania, approvata nel novembre 2024, che consente la possibilità di un terzo mandato consecutivo al governatore in carica Vincenzo De Luca, permettendogli di ricandidarsi alla guida di Palazzo Santa Lucia. Il verdetto dei giudici costituzionali, giudice relatore Giovanni Pitruzzella, dovrebbe arrivare oggi stesso, presumibilmente in serata, con la Camera di consiglio si riunirà immediatamente dopo il dibattimento. La risoluzione del caso De Luca avrà ripercussioni sulle prossime campagne elettorali: nel 2025 oltre che in Campania anche in Veneto, rispetto alla possibilità di una terza ricandidatura consecutiva del presidente della Regione, Luca Zaia.

Il caso nasce dal ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri contro la legge regionale campana. Lo Stato, rappresentato dagli avvocati di Stato Ruggero Di Martino ed Eugenio de Bonis, richiama quanto previsto dalla legge del 165/2004, “Disposizioni di attuazione dell'articolo 122, primo comma, della Costituzione” approvata durante il governo Berlusconi. All’articolo 2, la legge stabiliva infatti che «le regioni disciplinano con legge i casi di ineleggibilità, specificamente individuati, di cui all’articolo 122, primo comma, della Costituzione, nei limiti dei seguenti onsecutivo del presidente della giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto sulla base della normativa regionale adottata in materia».

Pertanto la legge 165 del 2 luglio 2004 fissa secondo il Governo il limite di due mandati consecutivi per i governatori di regione, votati dagli elettori a suffragio universale per elezione diretta dal 1999. La Regione Campania, difesa dai legali Giandomenico Falcon, Aristide Police e Marcello Cecchetti, si oppone facendo leva sulla necessità prevista di ciascuna regione di dotarsi di una legislazione a riguardo. Recependo la legge del 2004, incluso il vincolo di tempo e durata della carica di presidente di Regione, oppone il meccanismo di computo dei mandati stabilendo che «ai fini dell'applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge», 26 novembre 2024. Il computo dei mandati decorrerebbe quindi secondo la legge regionale da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della legge stessa. De Luca, dal canto proprio, attende in silenzio. Ieri, a margine di una conferenza stampa, a domanda sulla pronuncia attesa per oggi della Corte Costituzionale, non ha commentato andando via senza parlare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori