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Il centrosinistra: «A giugno il tavolo»

Fico e Costa i nomi in pole. De Luca non molla e prepara le sue liste

De Luca manda in frantumi il Pd

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

NAPOLI. Sergio Costa e Roberto Fico, i due esponenti del Movimento 5 Stelle in pole per la candidatura nel centrosinistra, protagonisti nello stesso giorno di due eventi a Napoli. Nessuno dei due si sbilancia, ma nessuno di due esclude di essere in campo. Non c’è nessuna svolta, ma qualcosa si muove. E in queste ore a Roma, i campani dell’area Schlein si incontrano per delineare la strategia. Ma per le decisioni si attende il post-referendum. Intanto, però, gli interventi di Costa e di Fico sono stati seguiti con attenzione da parte di tutto il centrosinistra.

COSTA: «APRIRE AI MODERATI». «Più che di centrosinistra parlerei dell'area progressista. Io la chiamo alleanza per la Campania che riprende un po' lo schema del patto per Napoli che si estende anche al mondo dei moderati», dice Sergio Costa lo spiega, ai giornalisti che lo incalzavano sull'ipotesi di una sua candidatura alla presidenza della Regione Campania, dal centro congressi della Federico II di Napoli dove ha partecipando al convegno “L'Italia nel mondo in tempesta. Le sfide dell'economia e della politica”, appuntamento promosso da Fondazione di comunità del centro storico di Napoli e il Fondo Rita De Santo Alfano, che ospita un confronto tra il mondo politico e istituzionali ed esponenti dell'economia e dell'imprenditoria.

Hanno partecipato, tra gli altri, Pier Ferdinando Casini, presidente dell'Interparlamentare Italiana, Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, ed Emanuele Grimaldi, amministratore delegato di Grimaldi Group. Su quanto stia lavorando a una sua candidatura, Costa però taglia corto: «Io faccio il vicepresidente della Camera, ho un atteggiamento zen». Però, si sbilancia sui tempi: «Ritengo che entro la fine di maggio o i primi di giugno si debba chiudere necessariamente. C'è bisogno, però, in primis, di «individuare un programma di visione, dei progetti, delle cose che si mettono a terra, stabilendo anche il momento in cui si devono portare a termine, cioè un timing esatto. Il resto, quindi il nome, deve essere ovviamente la conseguenza di questa valutazione». Costa auspica che all'appuntamento elettorale «si possa stare tutti quanti assieme, perché quello che si semina qua poi lo si dovrà raccogliere anche nel 2027».

FICO: «LAVORIAMO SU CONTENUTI E PROGRAMMA». «Come centrosinistra e Movimento 5 stelle lavoriamo sul programma e sui contenuti», le prime parole, invece, di Roberto Fico. Rispondendo a una domanda sulle prossime regionali e sul nome da mettere in campo, il presidente del comitato di garanzia del M5S spiega: «Conosciamo il lavoro che stiamo facendo, non solo in città ma anche nei Comuni che governiamo insieme e ora io spero che vinceremo anche a Genova che è una città importante e dove stiamo facendo un grande lavoro». Fico ha partecipato a un incontro sul sistema dei traporti organizzato dal consigliere comunale Nino Simeone. Rispondendo poi ad un'altra domanda sulla possibilità che il presidente della Regione Campania, De Luca, possa scendere in campo con una sua lista drenando voti al candidato di centrosinistra, Fico ha affermato: «Quando si lavora seriamente, pancia a terra e si fatica non c'è paura di niente e di nessuno».

L’ACCELERAZIONE DI MANFREDI. All’appuntamento organizzato al Maschio Angioino era presente anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. «Credo ha aggiunto che sia molto importante parlare di quello che vogliamo fare e io ovviamente sono anche portatore di quelle che sono le istanze della città e dell'area metropolitana, come ad esempio il tema dei trasporti che per noi è una delle priorità. Se noi vogliamo veramente una città che funzioni, ridurre il traffico, ridurre l'inquinamento, riuscire a fare quello che è il grande sogno, che credo che tutti noi abbiamo, cioè di avere anche delle aree a traffico limitato in città, più aree pedonali, meno macchine nel centro, dobbiamo garantire ha concluso Manfredi alle persone di entrare e uscire da Napoli».

I DELUCHIANI: «BENE COSTA». Nel dibattito intervengono anche i “deluchiani”. In particolare a parlare è il consigliere regionale Diego Venanzoni che conferma come ai sostenitori dell’attuale governatore risulti molto più “digeribile” il vicepresidente della Camera che Fico. «Accolgo con favore le parole del vicepresidente della Camera Sergio Costa, che ha indicato la strada del confronto, della responsabilità e della costruzione di un'alleanza ampia tra le forze progressiste e moderate per il futuro della Campania. È la linea giusta, quella che guarda ai programmi, ai progetti concreti, ai bisogni dei cittadini, e non agli scontri interni o alle forzature politiciste», dice Venanzoni. E ancora: «Desta invece sorpresa e preoccupazione il tono divisivo di Roberto Fico, che sembra escludere a priori il dialogo con chi ha governato in questi anni la Regione, dimenticando che la Campania, come ha recentemente riconosciuto anche la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, ha ottenuto risultati importanti sotto la guida del presidente De Luca».

LA TIME LINE. Importanti anche le parole del deputato e responsabile Sud della segretaria del Pd Marco Sarracino, intervenuto con un’intervista sulle colonne del “Foglio’: «Il centrodestra in Campania come in Italia non è d'accordo su nulla. Sono giorni che si insultano senza essere in grado di trovare non solo un accordo su chi scegliere come candidato presidente, ma neppure sui criteri minimi per avviare una discussione. Noi dobbiamo approfittarne e imprimere al più presto un'accelerazione presentando coalizione, programma e nome del candidato. Appena finita la sfida dei referendum sul lavoro è quello campano il dossier da chiudere. Io penso che dal risultato delle elezioni in Campania invece partirà la riscossa della sinistra anche a livello nazionale. Ci sono tanti nomi che godono di prestigio rispetto alle cose che hanno fatto. Non sarà necessario inventarsi nulla. Faremo come abbiamo fatto a Napoli con la candidatura di Manfredi. Il Pd non deve certo fare da spettatore in Campania e non sarà da ostacolo a un accordo come vorrebbe chi dice che o si fa come dice lui o non si fa nulla».

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