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12 Luglio 2025 - 09:26
Più della metà del Paese è in zona rossa e arancione. A fine maggio sono stati 277 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 109 quelli in itinere. In Lombardia, Veneto, Campania, Sicilia, Puglia e Piemonte il maggior numero di vittime totali. Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio i settori più colpiti. In calo il numero complessivo delle denunce di infortunio (mortali e non): -1,4% rispetto a maggio 2024. «Da gennaio a maggio sono ancora tante, troppe, le vittime sul lavoro.
Rispetto ai primi cinque mesi del 2024 sono aumentate del 4,6% e si contano già 386 decessi, 17 in più dello scorso anno. Otto regioni sono in zona rossa e altre 3 in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale». Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, riassume così le istantanee più significative dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti.
IL RISCHIO DI MORTE REGIONE PER REGIONE: I DATI A MAGGIO 2025. A finire in zona rossa a maggio 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 11,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, TrentinoAlto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia, Puglia e Campania. In zona arancione: Veneto, Calabria e Liguria. In zona gialla: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise e Lombardia. In zona bianca: Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna e Marche.
MORTI E INFORTUNI IN ITALIA: I NUMERI ASSOLUTI A MAGGIO. Sono 386 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 277 in occasione di lavoro (9 in meno rispetto a maggio 2024) e 109 in itinere (26 in più rispetto a maggio 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (42). Seguono: Veneto (30), Campania (25), Sicilia (23), Piemonte e Puglia (20), Toscana (19), Lazio ed Emilia-Romagna (17), Trentino-Alto Adige (10).
IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER ETÀ. L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità. Nei primi cinque mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (30,7) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (19,1).
DONNE E INFORTUNI MORTALI. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 18, mentre 19 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 37 le donne decedute nei primi cinque mesi (8 decessi in più dello scorso anno).
LAVORATORI STRANIERI. Sono 87 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 386 (oltre il 20%): 56 sono deceduti in occasione di lavoro e 31 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 22,3 morti ogni milione di occupati, contro il 10,3 degli italiani.
SETTORE E GIORNO PIÙ PERICOLOSI. Alla fine di maggio il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 45 decessi, seguito da Attività Manifatturiere (43), Trasporti e Magazzinaggio e Commercio (33). Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi cinque mesi dell’anno (24,2%). Seguito dal venerdì (21,3%) e dal martedì (18,1%).
DENUNCE DI INFORTUNIO: ANCORA IN LIEVE CALO. Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco, rispetto a maggio 2024. (-1,4%). Dalle 251.132 a fine maggio 2024 passiamo alle 247.681 di quest’anno.
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