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18 Luglio 2025 - 09:18
La sede centrale della Federico II
NAPOLI. Nella nuova edizione della classifica Censis 2025 sulle università statali italiane, gli atenei della Campania si distinguono negativamente: risultano ultimi in ben tre delle principali graduatorie, quelle dei mega, grandi e medi atenei. Un segnale preoccupante per la qualità percepita dell’offerta formativa e dei servizi accademici nella regione. Tra i mega atenei statali, ovvero quelli con oltre quarantamila iscritti, l’Università di Napoli Federico II chiude la classifica con un punteggio di 75,5, preceduta soltanto dall’Università di Bari (75,7).
In vetta, invece, si confermano l’Università di Padova (90,3) e l’Università di Bologna (87,7), seguite da Pisa, Milano e Firenze. Il confronto è impietoso e sottolinea un forte divario tra nord e sud, che penalizza la Campania sul piano accademico. La situazione non migliora nella classifica dei grandi atenei, ovvero quelli tra ventimila e quarantamila iscritti. In questo gruppo, l’Università della Campania Luigi Vanvitelli si colloca all’ultimo posto con un punteggio complessivo di 78,7. Anche qui, le migliori performance si registrano in altri contesti territoriali: l’Università della Calabria guida la classifica con un punteggio di 94,3, seguita da Pavia e Perugia. Salerno, con 86,2 punti, si ferma invece al sesto posto, in linea con l’anno precedente. Infine, tra i medi atenei, l’Università di Napoli L’Orientale è fanalino di coda con 79,2 punti.
La Parthenope, anch’essa campana, si colloca al dodicesimo posto su quindici, con un punteggio di 83,7, superando atenei come Foggia, L’Aquila, Catanzaro e lo stesso Orientale. In testa, come da tradizione, l’Università di Trento (93,7), seguita da Udine e dalla Politecnica delle Marche. L’unica nota positiva per la Campania arriva dalla classifica dei piccoli atenei, dove l’Università del Sannio si posiziona quinta con un buon punteggio di 84,8, guadagnando una posizione rispetto all’anno scorso. Nella stessa graduatoria, tuttavia, non figurano altre realtà regionali.
La fotografia restituita dal Censis evidenzia quindi una difficoltà strutturale per gli atenei campani, che faticano a competere con le principali università italiane, soprattutto sul fronte dei servizi agli studenti, della comunicazione e dell’internazionalizzazione. Un divario che rischia di incidere sulle scelte dei futuri iscritti e sulla capacità del sistema universitario campano di attrarre risorse, docenti e progetti di ricerca.
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