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la buona sanità
19 Luglio 2025 - 09:48
C’è un luogo a Napoli in cui la medicina non si limita a curare, ma si prende cura. Un reparto dove tecnologia, competenza e umanità si intrecciano in un’armonia silenziosa, quotidiana, potente. Parliamo del servizio di dialisi peritoneale dell’Ospedale del Mare. Un nome che evoca orizzonti, e che nella realtà racchiude una delle poche oasi di eccellenza nefrologica pubblica nel Sud Italia, in un settore purtroppo ancora considerato marginale: la dialisi peritoneale.
È una metodica efficace, moderna, capace di garantire una buona qualità della vita al paziente e, in molte situazioni, addirittura preferibile alla tradizionale emodialisi. In Italia però, viene scelta in media solo dal 10% dei pazienti con insufficienza renale terminale. In Campania, questa percentuale crolla sotto il 3%.
Un dato sconfortante, figlio di un sistema ancora incentrato su logiche ospedaliere, sulla prevalenza di centri privati convenzionati che, per ragioni normative e organizzative, non sono autorizzati a offrire la peritoneale. Eppure nonostante il minore costo, la ridotta necessità di trasporti sanitari, l’opportunità di gestire il trattamento a domicilio e un impatto positivo sulla qualità di vita, la dialisi peritoneale resta spesso “emarginata” dalla cultura clinica prevalente.
All’Ospedale del Mare di Napoli, però, la dialisi peritoneale ha trovato casa. Il servizio si inserisce all’interno dell’Unità Operativa di Nefrologia, una struttura moderna e ben organizzata dotata di 10 posti letto di degenza ordinaria, dove i pazienti nefropatici vengono assistiti con attenzione, professionalità e continuità. Accanto alla degenza, è attivo un Day Hospital nefrologico dedicato, che rappresenta un pilastro fondamentale per tutto il percorso del paziente in dialisi peritoneale. Questi viene seguito fin dalla fase pre-impianto, valutato attentamente dal punto di vista clinico e psicosociale, e accompagnato attraverso il “break-in” post-chirurgico e poi durante l’intero follow-up domiciliare. Questo è reso possibile grazie all’impegno integrato del personale medico e infermieristico, che rappresenta il cuore pulsante del reparto: professionisti giovani, preparati, affiatati, che garantiscono non solo una terapia tecnicamente impeccabile, ma anche una relazione umana rassicurante e costante.
In questo contesto, la dialisi peritoneale diventa molto più di una tecnica: è uno strumento di riappropriazione della propria quotidianità. Il trattamento domiciliare permette al paziente di restare a casa, di continuare a lavorare, a prendersi cura della famiglia, a vivere. Ed è proprio questo aspetto - la possibilità di adattare la terapia alla vita e non viceversa - che conferisce alla metodica un valore aggiunto straordinario, troppo spesso ignorato o sottovalutato.
Questo servizio nasce grazie alla visione di Gennaro Argentino, 44 anni, nefrologo esperto e appassionato. Con una determinazione rara e una sensibilità clinica affinata sul campo, il dottore Argentino ha costruito, letteralmente da zero, il programma di dialisi peritoneale del reparto, formando un team competente e motivato, composto da medici (Maria Luisa Sirico (nefrologa nella foto sopra con il dottore Argentino) e infermieri dedicati (Jessica Cascella, Vincenzo Delli Carpini, Fabiana Viscido e Lucia Vigorito nella foto in apertura). Tutti professionisti altamente qualificati che contribuiscono con competenza e dedizione al successo clinico e umano del programma. Accanto a lui opera un chirurgo esperto e dedicato, il dottore Giuseppe Surfaro, che garantisce impianti chirurgici di alta qualità e stretta collaborazione con il team nefrologico. La sinergia tra nefrologo e chirurgo è uno dei punti di forza dell’intero programma: ogni procedura viene pianificata con precisione, con tempi di attesa ridotti e standard tecnici elevati. L’intera Unità è guidata dal dottore Raffaele Genualdo, primario attento e lungimirante, e coadiuvata dal valido aiuto dottore Andrea Camocardi. Il personale infermieristico è diretto con competenza e passione dalla coordinatrice Concetta Manna, che ha contribuito in modo decisivo alla costruzione di un clima di lavoro coeso, empatico e altamente professionale.
Attualmente sono seguiti circa 45 pazienti in dialisi peritoneale, con prospettive di ulteriore espansione. I risultati sono eccellenti, i tassi di complicanze ridotti, la soddisfazione dei pazienti molto alta. Ma ciò che colpisce di più non sono solo i numeri: è l’atmosfera. Qui la dialisi non è una condanna. È una possibilità.
Chi scrive non era mai entrato in un reparto di dialisi peritoneale. Eppure, una visita - che si è rivelata molto più di una semplice visita - ha cambiato radicalmente la mia prospettiva. Ho visto donne dializzarsi di notte mentre accudivano i figli, uomini ancora in attività lavorativa che gestivano il proprio trattamento in casa, anziani accompagnati con amore dai familiari. Ho visto, soprattutto, la libertà possibile per un malato cronico.
Il servizio di dialisi peritoneale dell’Ospedale del Mare rappresenta oggi un modello organizzativo e assistenziale che andrebbe studiato, sostenuto e replicato. Non solo per i suoi risultati clinici, ma per la sua capacità di restituire dignità, consapevolezza e autonomia al malato nefropatico. In un contesto sanitario regionale ancora segnato da carenze organizzative, dal peso dei centri privati e da una cronica disinformazione terapeutica, questa realtà dimostra che fare buona medicina pubblica è possibile. Servono visione, volontà, e professionisti capaci di scommettere sulle persone. Il dottor Argentino e la sua squadra ci stanno riuscendo. E, anche se non lo dicono ad alta voce, stanno salvando vite. Silenziosamente. Ogni giorno.
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